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"Io
sono la via, io sono la verità e la vita. Solo per mezzo di me si va al
Padre. Se mi conoscete, conoscerete anche il Padre, anzi, già lo conoscete e
lo avete veduto". (Giovanni 14,6-7) |
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Verità
Principali della Fede Cristiana |
Norme Fondamentali di Vita
Cristiana |
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I Sacramenti e la loro origine di Mons. Francesco Spadafora file.zip |
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BATTESIMO 1275 L'iniziazione cristiana si compie attraverso l'insieme di
tre sacramenti: il Battesimo, che è l'inizio della vita nuova; la
Confermazione, che ne è il rafforzamento; e l'Eucaristia, che nutre il
discepolo con il Corpo e il Sangue di Cristo in vista della sua
trasformazione in lui. 1276 "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni,
battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo,
insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato" ( Mt 28,19-20 ). 1277 Il Battesimo costituisce la nascita alla vita nuova in
Cristo. Secondo la volontà del Signore esso è necessario per la salvezza,
come la Chiesa stessa, nella quale il Battesimo introduce. 1278 Il rito essenziale del Battesimo consiste nell'immergere
nell'acqua il candidato o nel versargli dell'acqua sul capo, mentre si
pronuncia l'invocazione della Santissima Trinità, ossia del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo. 1279 Il frutto del Battesimo o grazia battesimale è una realtà
ricca che comporta: la remissione del peccato originale e di tutti i peccati
personali; la nascita alla vita nuova mediante la quale l'uomo diventa figlio
adottivo del Padre, membro di Cristo, tempio dello Spirito Santo. Per ciò
stesso il battezzato è incorporato alla Chiesa, Corpo di Cristo, e reso
partecipe del sacerdozio di Cristo. 1280 Il Battesimo imprime nell'anima un segno spirituale
indelebile, il carattere, il quale consacra il battezzato al culto della
religione cristiana. A motivo del carattere che imprime, il Battesimo non può
essere ripetuto [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm.,
1609 e 1624]. 1281 Coloro che subiscono la morte a causa della fede, i
catecumeni e tutti gli uomini che, sotto l'impulso della grazia, senza
conoscere la Chiesa, cercano sinceramente Dio e si sforzano di compiere la
sua volontà, possono essere salvati anche se non
hanno ricevuto il Battesimo [Cf Conc.
Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 16]. 1282 Fin dai tempi più antichi, il Battesimo viene amministrato ai bambini, essendo una grazia e un
dono di Dio che non presuppongono meriti umani; i bambini sono battezzati
nella fede della Chiesa. L'ingresso nella vita cristiana introduce nella vera
libertà. 1283 Quanto ai bambini morti senza Battesimo, la Liturgia
della Chiesa ci invita a confidare nella misericordia di Dio, e a pregare per
la loro salvezza. (Sintesi, dal Catechismo della Chiesa Cattolica) CRESIMA 1315 "Gli Apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samaria aveva accolto la Parola di Dio e vi inviarono
Pietro e Giovanni. Essi discesero e pregarono per loro perché ricevessero lo
Spirito Santo; non era infatti ancora sceso sopra
nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore
Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito
Santo" ( At 8,14-17 ). 1316 La Confermazione perfeziona la grazia battesimale; è il
sacramento che dona lo Spirito Santo per radicarci più profondamente nella
filiazione divina, incorporarci più saldamente a Cristo, rendere più solido
il nostro legame con la Chiesa, associarci maggiormente alla sua missione e
aiutarci a testimoniare la fede cristiana con la parola accompagnata dalle
opere. 1317 La Confermazione, come il Battesimo, imprime nell'anima
del cristiano un segno spirituale o carattere indelebile; perciò si può
ricevere questo sacramento una sola volta nella vita. 1319 Un candidato alla Confermazione che ha raggiunto l'età
della ragione deve professare la fede, essere in stato di grazia, aver
l'intenzione di ricevere il sacramento ed essere preparato ad assumere il
proprio ruolo di discepolo e di testimone di Cristo, nella comunità
ecclesiale e negli impegni temporali. 1320 Il rito essenziale della Confermazione è l'unzione con il
sacro Crisma sulla fronte del battezzato (in Oriente anche su altre parti del
corpo), accompagnata dall'imposizione delle mani da parte del ministro e
dalle parole: "Accipe signaculum
doni Spiritus Sancti"
- "Ricevi il sigillo del dono dello Spirito Santo che ti è dato in
dono", nel rito romano; "Signaculum doni Spiritus Sancti" -
"Sigillo del dono dello Spirito Santo", nel rito bizantino. 1321 Quando la Confermazione viene
celebrata separatamente dal Battesimo, il suo legame con questo è espresso,
tra l'altro, dalla rinnovazione delle promesse battesimali. La celebrazione
della Confermazione durante la Liturgia Eucaristica contribuisce a
sottolineare l'unità dei sacramenti dell'iniziazione cristiana. (Sintesi, dal Sintesi dal Catechismo della Chiesa Cattolica) 1406 Gesù dice: "Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno... Chi
mangia la mia Carne e beve il mio Sangue ha la vita eterna. . . dimora in me e io in lui" ( Gv
6,51; 1406 Gv 6,54; Gv
6,56 ). 1408 La celebrazione eucaristica comporta sempre: la
proclamazione della Parola di Dio, l'azione di grazie a Dio Padre per tutti i
suoi benefici, soprattutto per il dono del suo Figlio, la consacrazione del
pane e del vino e la partecipazione al banchetto liturgico mediante la recezione del Corpo e del Sangue del Signore. Questi
elementi costituiscono un solo e medesimo atto di culto. 1410 E' Cristo stesso, sommo ed eterno sacerdote della Nuova
Alleanza, che, agendo attraverso il ministero dei sacerdoti, offre il
sacrificio eucaristico. Ed è ancora lo stesso Cristo, realmente presente
sotto le specie del pane e del vino, l'offerta del sacrificio eucaristico. 1411 Soltanto i sacerdoti validamente ordinati possono
presiedere l'Eucaristia e consacrare il pane e il vino perché diventino il
Corpo e il Sangue del Signore. 1412 I segni essenziali del sacramento eucaristico sono il
pane di grano e il vino della vite, sui quali viene
invocata la benedizione dello Spirito Santo e il sacerdote pronunzia le
parole della consacrazione dette da Gesù durante l'ultima Cena: "Questo
è il mio Corpo dato per voi. . . Questo è il calice del mio Sangue. . .
". 1413 Mediante la consacrazione si opera la transustanziazione
del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo. Sotto le specie
consacrate del pane e del vino, Cristo stesso, vivente e glorioso, è presente
in maniera vera, reale e sostanziale, il suo Corpo e il suo Sangue, con la
sua anima e la sua divinità [Cf Concilio di Trento:
Denz. -Schönm., 1640; 1651]. 1415 Chi vuole ricevere Cristo nella Comunione eucaristica
deve essere in stato di grazia. Se uno è consapevole di aver peccato
mortalmente, non deve accostarsi all'Eucaristia senza prima aver ricevuto
l'assoluzione nel sacramento della Penitenza. 1416 La santa Comunione al Corpo e al Sangue di Cristo
accresce in colui che si comunica l'unione con il Signore, gli rimette i
peccati veniali e lo preserva dai peccati gravi. Poiché vengono
rafforzati i vincoli di carità tra colui che si comunica e Cristo, ricevere questo
sacramento rafforza l'unità della Chiesa, Corpo mistico di Cristo. 1417 La Chiesa raccomanda vivamente ai fedeli di ricevere la
santa Comunione quando partecipano alla celebrazione
dell'Eucaristia; ne fa loro obbligo almeno una volta all'anno. 1418 Poiché Cristo stesso è presente nel Sacramento
dell'altare, bisogna onorarlo con un culto di adorazione. La visita al
Santissimo Sacramento "è prova di gratitudine, segno di amore e debito
di riconoscenza a Cristo Signore" [Paolo VI, Lett.
enc. Mysterium fidei]. 1419 Poiché Cristo è passato da questo mondo al Padre,
nell'Eucaristia ci dona il pegno della gloria futura presso di lui: la
partecipazione al Santo Sacrificio ci identifica con il suo Cuore, sostiene
le nostre forze lungo il pellegrinaggio di questa vita, ci fa desiderare la
vita eterna e già ci unisce alla Chiesa del Cielo, alla Santa Vergine Maria e
a tutti i Santi. (Sintesi, dal Catechismo della Chiesa Cattolica) 1485 La sera di Pasqua, il Signore Gesù si mostrò ai suoi
Apostoli e disse loro: "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i
peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non
rimessi" ( Gv 20,22-23 ). 1486 Il perdono dei peccati commessi dopo il Battesimo è
accordato mediante un sacramento apposito chiamato sacramento della
conversione, della confessione, della penitenza o della riconciliazione. 1487 Colui che pecca ferisce l'onore di Dio e il suo amore, la
propria dignità di uomo chiamato ad essere figlio di Dio e la salute
spirituale della Chiesa di cui ogni cristiano deve essere una pietra viva. 1488 Agli occhi della fede, nessun male è più grave del
peccato, e niente ha conseguenze peggiori per gli stessi peccatori, per la
Chiesa e per il mondo intero. 1489 Ritornare alla comunione con Dio dopo averla perduta a
causa del peccato, è un movimento nato dalla grazia di Dio ricco di
misericordia e sollecito per la salvezza degli uomini. Bisogna chiedere questo
dono prezioso per sé come per gli altri. 1490 Il cammino di ritorno a Dio, chiamato conversione e
pentimento, implica un dolore e una repulsione per i peccati commessi, e il
fermo proposito di non peccare più in avvenire. La conversione riguarda
dunque il passato e il futuro; essa si nutre della speranza nella
misericordia divina. 1491 Il sacramento della Penitenza è costituito dall'insieme
dei tre atti compiuti dal penitente, e dall'assoluzione da parte del
sacerdote. Gli atti del penitente sono: il pentimento, la confessione o
manifestazione dei peccati al sacerdote e il proposito di compiere la
soddisfazione e le opere di soddisfazione. 1492 Il pentimento (chiamato anche contrizione) deve essere
ispirato da motivi dettati dalla fede. Se il pentimento nasce dall'amore di
carità verso Dio, lo si dice "perfetto";
se è fondato su altri motivi, lo si chiama "imperfetto". 1493 Colui che vuole ottenere la riconciliazione con Dio e con
la Chiesa, deve confessare al sacerdote tutti i
peccati gravi che ancora non ha confessato e di cui si ricorda dopo aver
accuratamente esaminato la propria coscienza. Sebbene non sia in sé
necessaria, la confessione delle colpe veniali è tuttavia vivamente
raccomandata dalla Chiesa. 1494 Il confessore propone al penitente il compimento di certi
atti di "soddisfazione" o di "penitenza", al fine di
riparare il danno causato dal peccato e ristabilire gli atteggiamenti consoni
al discepolo di Cristo. 1495 Soltanto i sacerdoti che hanno ricevuto dall'autorità
della Chiesa la facoltà di assolvere possono perdonare i peccati nel nome di
Cristo. 1496
Gli effetti spirituali del sacramento della
Penitenza sono: - la riconciliazione con Dio mediante la quale il penitente
ricupera la grazia; - la riconciliazione con la Chiesa; - la remissione della
pena eterna meritata a causa dei peccati mortali; - la remissione, almeno in
parte, delle pene temporali, conseguenze del peccato; - la pace e la serenità
della coscienza, e la consolazione spirituale; - l'accrescimento delle forze
spirituali per il combattimento cristiano. 1497 La confessione individuale e completa dei peccati gravi
seguita dall'assoluzione rimane l'unico mezzo ordinario per la
riconciliazione con Dio e con la Chiesa. 1498 Mediante le indulgenze i fedeli possono ottenere per se
stessi, e anche per le anime del Purgatorio, la remissione delle pene
temporali, conseguenze dei peccati. (Sintesi, dal Catechismo della Chiesa Cattolica) UNZIONE DEGLI INFERMI 1626 “ Chi è malato, chiami a sé i
presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel
nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore
lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati” (Gc 5,14-15) 1527 Il sacramento dell’Unzione degli infermi ha lo scopo di
conferire una grazia speciale al cristiano che sperimenta le difficoltà
inerenti allo stato di malattia grave o alla vecchiaia. 1528 Il momento opportuno per ricevere la sacra Unzione è
certamente quello in cui il fedele comincia a trovarsi in pericolo di morte
per malattia o vecchiaia. 1529 Ogni volta che un cristiano cade gravemente malato, può
ricevere la sacra Unzione, come pure quando, dopo averla già ricevuta, si
verifica un aggravarsi della malattia. 1530 Soltanto i sacerdoti ( presbiteri e vescovi) possono
amministrare il sacramento dell’ Unzione degli
infermi; per conferirlo usano olio benedetto dal vescovo, o, all’ occorrenza,
dallo stesso presbitero celebrante. 1531 L’essenziale della celebrazione di questo sacramento
consiste nell’unzione sulla fronte e sulle mani del malato
( nel rito romani) o su altre parti del corpo ( in Oriente), unzione
accompagnata dalla preghiera liturgica del sacerdote celebrante che implora
la grazia speciale di questo sacramento. 1532 La grazia speciale del sacramento dell’Unzione degli
infermi ha come effetti: l’unione del
malato alla passione di Cristo, per il suo bene e per quello di tutta la
Chiesa; il conforto, la pace e il coraggio per sopportare cristianamente le sofferenze della malattia o della
vecchiaia; il perdono dei
peccati, se il malato non ha potuto ottenerlo con il sacramento della
Penitenza; il recupero della salute, se ciò giova alla salvezza
spirituale; la preparazione al passaggio alla vita eterna. ORDINE 1590 San Paolo dice al suo discepolo Timoteo: "Ti ricordo di
ravvivare il dono di Dio che è in te per l'imposizione delle mie mani" (
2Tm 1,6 ), e "se uno aspira all'episcopato, desidera un nobile
lavoro" ( 1Tm 3,1 ). A Tito diceva: "Per questo ti ho lasciato a
Creta, perché regolassi ciò che rimane da fare e
perché stabilissi presbiteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho
dato" ( Tt 1,5 ). 1591 Tutta la Chiesa è un popolo sacerdotale. Grazie al
battesimo, tutti i fedeli partecipano al sacerdozio di Cristo. Tale
partecipazione si chiama "sacerdozio comune dei fedeli". Sulla sua
base e al suo servizio esiste un'altra partecipazione alla missione di
Cristo: quella del ministero conferito dal sacramento dell'Ordine, la cui
funzione è di servire a nome e in persona di Cristo Capo in mezzo alla
comunità. 1592 Il sacerdozio ministeriale differisce essenzialmente dal
sacerdozio comune dei fedeli poiché conferisce un
potere sacro per il servizio dei fedeli. I ministri ordinati esercitano il
loro servizio presso il popolo di Dio attraverso l'insegnamento [munus docendi], il culto divino
[munus liturgicum] e il
governo pastorale [munus regendi]. 1593 Fin dalle origini, il ministero ordinato è stato conferito
ed esercitato in tre gradi: quello dei vescovi, quello dei presbiteri e
quello dei diaconi. I ministeri conferiti dall'ordinazione sono
insostituibili per la struttura organica della Chiesa: senza il vescovo, i
presbiteri e i diaconi, non si può parlare di Chiesa [Cf
Sant'Ignazio di Antiochia, Epistula
ad Trallianos, 3, 1]. 1594 Il vescovo riceve la pienezza del sacramento dell'Ordine
che lo inserisce nel Collegio episcopale e fa di lui il capo visibile della
Chiesa particolare che gli è affidata. I vescovi, in quanto successori degli
Apostoli e membri del Collegio, hanno parte alla responsabilità apostolica e
alla missione di tutta la Chiesa sotto l'autorità del Papa, successore di san
Pietro. 1595 I presbiteri sono uniti ai vescovi nella dignità
sacerdotale e nello stesso tempo dipendono da essi
nell'esercizio delle loro funzioni pastorali; sono chiamati ad essere i saggi
collaboratori dei vescovi; riuniti attorno al loro vescovo formano il
"presbiterio", che insieme con lui porta la responsabilità della
Chiesa particolare. Essi ricevono dal vescovo la responsabilità di una
comunità parrocchiale o di una determinata funzione ecclesiale. 1596 I diaconi sono ministri ordinati per gli incarichi di
servizio della Chiesa; non ricevono il sacerdozio ministeriale, ma
l'ordinazione conferisce loro funzioni importanti nel ministero della Parola,
del culto divino, del governo pastorale e del servizio della carità, compiti
che devono assolvere sotto l'autorità pastorale del loro vescovo. 1597 Il sacramento dell'Ordine è conferito mediante
l'imposizione delle mani seguita da una preghiera consacratoria
solenne che chiede a Dio per l'ordinando le grazie dello Spirito Santo
richieste per il suo ministero. L'ordinazione imprime un carattere
sacramentale indelebile. 1598 La Chiesa conferisce il sacramento dell'Ordine soltanto a
uomini (viris) battezzati, le cui attitudini per
l'esercizio del ministero sono state debitamente riconosciute. Spetta
all'autorità della Chiesa la responsabilità e il diritto di chiamare qualcuno
a ricevere gli Ordini. 1599 Nella Chiesa latina il sacramento dell'Ordine per il
presbiterato è conferito normalmente solo a candidati disposti ad abbracciare
liberamente il celibato e che manifestano pubblicamente la loro volontà di
osservarlo per amore del Regno di Dio e del servizio degli uomini. 1600 Spetta ai vescovi conferire il sacramento dell'Ordine nei
tre gradi. (Sintesi, dal Catechismo della Chiesa Cattolica) MATRIMONIO 1659 San Paolo dice: "Voi, mariti,
amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa. . . Questo
mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e
alla Chiesa" (Ef 5,25; Ef
5,32). 1661 Il sacramento del Matrimonio è segno dell'unione di Cristo
e della Chiesa. Esso dona agli sposi la grazia di amarsi con l'amore con cui
Cristo ha amato la sua Chiesa; la grazia del sacramento perfeziona così
l'amore umano dei coniugi, consolida la loro unità indissolubile e li
santifica nel cammino della vita eterna [Cf
Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1799]. 1662 Il matrimonio si fonda sul consenso dei contraenti, cioè
sulla volontà di donarsi mutuamente e definitivamente, allo scopo di vivere
un'alleanza d'amore fedele e fecondo. 1663 Poiché il matrimonio stabilisce i coniugi in uno stato
pubblico di vita nella Chiesa, è opportuno che la sua celebrazione sia
pubblica, inserita in una celebrazione liturgica, alla presenza del sacerdote
(o del testimone qualificato della Chiesa), dei testimoni e dell'assemblea
dei fedeli. 1665 Il nuovo matrimonio dei divorziati, mentre è ancora vivo
il coniuge legittimo, contravviene al disegno e alla Legge
di Dio insegnati da Cristo. Costoro non sono separati dalla Chiesa, ma
non possono accedere alla Comunione eucaristica. Vivranno la loro vita
cristiana particolarmente educando i loro figli
nella fede. 1666 Il focolare cristiano è il luogo in cui i figli ricevono
il primo annuncio della fede. Ecco perché la casa familiare è chiamata a buon
diritto "la Chiesa domestica", comunità di grazia e di preghiera,
scuola delle virtù umane e della carità cristiana. (Sintesi, dal Catechismo della Chiesa Cattolica) |
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I due misteri principali della fede 1. Unità e
Trinità di Dio 2. Incarnazione,
Passione e Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo I sette doni
dello Spirito Santo 1. Sapienza 2. Intelligenza 3. Consiglio 4. Fortezza 5. Scienza 6. Pietà 7. Timor di Dio 1.
Fede ( per fede noi
crediamo in Dio e crediamo tutto ciò che Egli ci ha rivelato e che la Santa
Chiesa ci propone a credere) 2.
Speranza (speriamo e
aspettiamo da Dio, con ferma fiducia, la vita eterna e le grazie per
meritarla) 3.
Carità ( per la
carità noi amiamo Dio al di sopra di tutto, e il nostro prossimo come noi
stessi per amore di Dio. Essa è il vincolo di perfezione e la forma di tutte
le virtù). 4.
Prudenza ( dispone la
ragione pratica a discernere, in ogni circostanza, il nostro bene e a
scegliere i mezzi adeguati per attuarlo) 5.
Giustizia ( consiste
nella volontà costante e ferma di dare a Dio e al
prossimo ciò che è loro dovuto) 6.
Fortezza ( assicura
nelle difficoltà, la fermezza e la costanza nella ricerca del bene) 7.
Temperanza ( modera
l’attrattiva dei piaceri sensibili e rende capaci di equilibrio nell’uso dei
beni creati) 1. Morte 2. Giudizio 3. Inferno 4. Paradiso |
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I 10 Comandamenti
di Dio o Decalogo 2052 <i Maestro,
che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna:' ». Al giovane che
gli rivolge questa domanda. Gesù risponde innanzitutto richiamando la
necessità di riconoscere Dio come "il solo Buono", come il Bene per
eccellenza e come la sorgente di ogni bene. Poi Gesù gli dice: « Se vuoi
entrare nella vita, osserva i comandamenti ». Ed elenca al suo interlocutore
i comandamenti che riguardano l'amore del prossimo: « Non uccidere. non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il
falso. onora tuo padre e tua madre ». Infine Gesù
riassume questi comandamenti in una formulazione positiva: « Ama il prossimo
tuo come tè stesso » (Mt 19.16-19). 2054 Gesù ha
ripreso i dieci comandamenti, ma ha manifestato la forza dello Spirito
all'opera nella loro lettera. Egli ha predicalo la «
giustizia » che supera <i quella degli scribi e dei farisei » (Mt 5,20) come pure quella dei pagani," Ha messo in
luce tutte le esigenze dei comandamenti. « Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere... Ma io vi dico:
chiunque si adira contro il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio » {Mt 5,21-22). 2055 Quando gli si
pone la domanda: « Qual’ è il più grande
comandamento della Legge? » {Mt 22,36), Gesù
risponde: «
Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con
tutta la tua mente. Questo e i! più grande e il
primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come tè stesso. Da
questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti » (Mt 22.37-40). Il Decalogo deve essere interpretato
alla luce di questo duplice ed unico comandamento della carità, pienezza
della Legge: Il precetto: non commettere
adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi altro
comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te
stesso. L’amore non fa nessun male al prossimo: pieno
compimento della Legge è l’amore (Rm 13,9-10) AMERAI IL SIGNORE DIO
TUO ON TUTTO IL CUORE, CON TUTTA L’ANIMA, CON TUTTE LE FORZE
1. Non avrai
altro Dio fuori di me Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto
uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù; non avrai altri dei di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna
di ciò che è lassù nel cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra,né di ciò
che è nelle acque sotto terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li
servirai ( Es 20,2-5) Sta scritto. << Adora il Signore Dio tuo e a
lui solo rendi culto>> (Mt4,10) 2133 << Tu
amerai i! Signore tuo Dio con tutto i! cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze » (Dt 6.5). 2134 Il primo
comandamento chiama l'uomo a credere in Dio, a sperare in lui,. ad amarlo ai di sopra di
tutto. 2135 « Adora il
Signore Dio tuo» (Mt 4.10). Adorare Dio, pregarlo,
rendergli il cullo che a lui è dovuto, mantenere le
promesse e i voti che a lui si sono fatti, sono atti della virtù della
religione, che esprimono l’obbedienza al primo comandamento. 2136 Il dovere di
rendere a Dio un culto autentico riguarda l’uomo individualmente e
socialmente. 2138 La
superstizione è una deviazione del culto che rendiamo al vero Dio. Ha la Sua
massima espressione
nell'idolatria, come nelle varie forme di divinazione e di
magia. 2141 Il culto delle sacre immagini e
fondalo sul mistero dell'Incarnazione dei Verbo di
Dio. Esso non è in opposizione ai primo comandamento. 2. Non
nominare il nome di Dio invano Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio ( Es.20,7;Dt
5,11). Fu detto agli antichi : <<
Non spergiurare >>… Ma io vi dico : non giurate affatto (Mt5,33-34) 2160 «O Signore, nostro Dio, quanto è
grande il tuo nome su tutta la terra!.» (Sal 8,2), 2161 Il secondo comandamento prescrive di
rispettare il nome del Signore. Il nome del Signore è santo. 2162 Il secondo comandamento proibisce
ogni uso sconveniente del nome di Dio. La bestemmia consiste nell'usare il
nome di Dio, di Gesù Cristo. della Vergine Maria e
dei santi in un modo ingiurioso. 2163 Il falso giuramento chiama Dio come
testimone di una menzogna. Lo spergiuro è una mancanza grave contro il
Signore, sempre fedele alle sue promesse. 2165 Nel Battesimo,
il cristiano riceve il proprio nome nella Chiesa. I genitori, i padrini e il
parroco avranno cura che gli venga dato un nome
cristiano. Essere sotto il patrocinio di un santo significa avere in lui un
modello dì carità e un sicuro intercessore. 2166 Il cristiano
incomincia le sue preghiere e le sue azioni con il segno della croce « nel
nome del Padre e dl Figlio e dello Spirito Santo. Amen ». 2167 Dio chiama
ciascuno per nome. 3.
Ricordati di santificare le feste Ricordati del giorno di sabato per santificarlo : sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il
settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun
lavoro ( Es 20,8-10) Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo
per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato (Mc 2,27-28) 2189 « Osserva il
giorno di sabato per santificarlo » (Dt 5.12). « Il
settimo giorno vi sarà riposo assoluto, sacro al Signore » (Es 31,15). 2190 Il sabato,
che rappresentava il compimento della prima creazione, è sostituito dalla
domenica, che ricorda la nuova creazione, iniziata con la Risurrezione di
Cristo. 2191 La Chiesa
celebra il giorno della
Resurrezione di Cristo nell’ottavo giorno, che si chiama
giustamente giorno del Signore, o domenica. 2192 « II giorno
di domenica… deve essere osservato in tutta la Chiesa come il primordiale giorno
festivo di precetto ».
« La domenica e le altre feste di precetto i fedeli sono tenuti
all’obbligo di partecipare alla Messa » 2193 « La domenica e
{e altre feste di precetto i fedeli... , si
astengano... da quei lavori e da quegli affari che impediscono di rendere
culto a Dio e turbano la letizia propria del giorno del Signore o il dovuto
riposo della mente e del corpo ». 2195 Ogni cristiano deve evitare di
imporre, senza necessità, ad altri ciò che
impedirebbe loro di osservare il giorno del Signore. 4. Onora il
padre e la madre Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi
giorni nel paese che ti da il Signore, tuo Dio (Es 20,12), Stava loro sottomesso (Lc 2,51) Lo stesso Signore Gesù ha ricordato l'importanza di questo
« comandamento di Dio» [Mc 7,8-13). L’Apostolo
insegna: «Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché questo è
giusto. "Onora tuo paure e tua madre": è
questo il primo comandamento associato a una promessa: “perché tu sia felice
e goda di una vita lunga sopra la terra" » (Ef
6,1-3). 2247 « Onora tuo padre e tua madre » ( Dt 5,16; Mc 7,10). 2248 Secondo il quarto comandamento, Dio
ha voluto che, dopo lui, onoriamo i nostri genitori
e coloro che egli, per il nostro bene, ha rivestito d’autorità. 2249 La comunità coniugale è stabilita
sull’alleanza e sul consenso degli sposi. Il matrimonio e !a famiglia sono
ordinati al bene dei coniugi, alla procreazione e all'educazione dei figli. 2050 « La salvezza
della persona e della società umana e cristiana è strettamente connessa con
una felice situazione della comunità coniugale e familiare ». 2051 I figli devono
ai loro genitori rispetto, riconoscenza, giusta obbedienza e aiuto. Il
rispetto filiale favorisce l'armonia di tutta la vita familiare. 2252 I genitori sono i primi responsabili dell'educazione
dei propri figli alla fede, alla preghiera e a tutte le virtù. Hanno il dovere di provvedere. nella misura del possibile, ai bisogni materiali e
spirituali dei propri figli. 2253 I genitori devono rispettare e
favorire l'educazione dei propri figli. Ricorderanno a se stessi ed
insegneranno ai figli che la prima vocazione del cristiano è seguire Gesù. 2254 La pubblica autorità è tenuta a
rispettare i diritti fondamentali della persona umana e le condizioni per
l'esercizio della sua libertà.. 2255 E dovere dei
cittadini collaborare con i poteri civili all'edificazione della società in
uno spirito di verità, di giustizia, di solidarietà e di libertà. 2256 Il cittadino è obbligato in coscienza
a non seguire le prescrizioni delle autorità civili quando
tali precetti si oppongono alle esigenze dell'ordine morale. < Bisogna
obbedire a Dio piuttosto che agli uomini > (At 5,29). 2257 Ogni società ispira i
propri giudizi e la propria condona ad una visione dell'uomo e del suo
destino. Al di fuori della luce del Vangelo su Dio e sull'uomo, è facile che
le società diventino totalitarie. 5.
Non uccidere Non uccidere (Es.20,13) Avete inteso che fu detto agli
antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi
dico : chiunque si adirà con il proprio fratello,
sarà sottoposto a giudizio (Mt 5, 21-22) 2318 Dio « ha in mano
l'anima di ogni vivente e il soffio di ogni carne umana » (.Gb 12.10). 2319 Ogni vita umana, dal momento del
concepimento fino alla morte, è sacra, perché la persona umana è stata voluta per se stessa ad immagine e somiglianza del
Dio vivente e santo. 2321 La
proibizione dell'omicidio non abroga il diritto di togliere, ad un ingiusto
aggressore, la possibilità di nuocere. La legittima difesa è un dovere grave
per chi ha la responsabilità della vita altrui o del bene comune. 2322 Fin dal
concepimento il bambino ha diritto alla vita. L'aborto diretto, cioè voluto
come un fine o come un mezzo, é una pratica « vergognosa », gravemente
contraria alla legge morale. La Chiesa condanna con una pena canonica di
scomunica questo delitto contro la vita umana. 2323 Dal momento
che deve essere trattato come una persona fin dal concepimento, l'embrione
deve essere difeso nella sua integrità, curato e guarito come ogni altro
essere umano. 2325 Il suicidio e gravemente contrario
alla giustizia, alla speranza e alla carità. E proibito dal quinto
comandamento. 2326 Lo scandalo costituisce una colpa grave quando chi io provoca con azione o con omissione
deliberatamente spinge altri a peccare. 2327 Si deve fare tutto ciò che e
ragionevolmente possibile per evitare la guerra, dati i mali e le ingiustizie
di cui é causa. La Chiesa prega:« Dalla fame, dalla
peste e dalla guerra liberaci. Signore ». 2328 La Chiesa e la ragione umana
dichiarano la permanente validità della legge morale durante i conflitti
armati. Le pratiche contrarie al diritto delle genti e ai suoi principi
universali, deliberatamente messe in atto, sono dei crimini. 2329 « La corsa agli armamenti è una della piaghe più gravi
dell'umanità e danneggia in modo intollerabile i poveri ». 2330 « Beati gli operatori di pace, perché
saranno chiamati figli di Dio».(Mt 5,9). 6. Non commettere
adulterio Non
commettere adulterio (Es 20,14; Dt 5,18) Avete visto che fu detto:
<< Non commettere adulterio >> ; ma io vi dico : chiunque guarda
una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore ( Mt 5,27-28) 2392 « L’amore è la fondamentale e nativa
vocazione di ogni essere umano ». 2393 Creando l'essere umano uomo e donna,. Dio dona all'uno e all’altra, in modo uguale, la
dignità personale. Spetta a ciascuno, uomo e donna riconoscere e accettare la
propria identità sessuale. 2394 Cristo e il modello della castità.
Ogni battezzato é chiamato a condurre una vita casta, ciascuno secondo lo
stato di vita che gli è proprio. 2395 La castità
significa l'integrazione della sessualità nella persona. Richiede che si acquisisca la padronanza della persona. 2396 Tra i peccati gravemente contrari
alla castità, vanno citate le masturbazioni, la fornicazione, la pornografia
e le pratiche omosessuali. 2398 La fecondità é
un bene, un dono, un fine del matrimonio. Donando la vita, gli sposi partecipano della paternità di Dio. 2399 La
regolazione delle nascite rappresenta uno degli aspetti della paternità e
della maternità responsabili. La legittimità delle intenzioni degli sposi non
giustifica il ricorso a mezzi moralmente inaccettabili {per es. la
sterilizzazione diretta o la contraccezione). 2400 L’adulterio e
il divorzio, la poligamia e la libera unione costituiscono gravi offese alla
dignità del matrimonio. 7. Non
rubare Non rubare ( Es 20,15; Dt 5,19) Non rubare (Mt 19,18) 2450 « Non rubare
» (Dt 5,19). «Né ladri, né avari,...
né rapaci erediteranno il Regno di Dio » {1 Cor 6,10). 2451 Il settimo
comandamento prescrive la pratica della giustizia e delle carità nella
gestione dei beni terreni e dei frutti del lavoro umano. 2452 I beni della
creazione sono destinali all'intero genere umano.Il
diritto alla proprietà privata non abolisce la destinazione universale dei beni, 2453 Il settimo
comandamento proibisce il furto. Il furto consiste nell'usurpare il bene
altrui, contro la volontà ragionevole dei proprietario, 2454 Ogni modo di
prendere ed usare ingiustamente i beni altrui è contrario a! settimo comandamento. L'ingiustizia commessa esige
riparazione. La giustizia commutativa esige !a restituzione di ciò che si è
rubalo. 2455 La legge
morale proibisce li atti che, a scopi mercantili o
totalitari, provocano l' asservimento di esseri umani, i! loro
acquisto, la loro vendita, i! loro scambio, come
fossero merci. 2456 Il dominio
accordato dal Creatore all'uomo sulle risorse minerali, vegetali e animali dell'universo, non
può essere disgiunto dal rispetto degli obblighi morali, compresi quelli che
riguardano le generazioni future. 2457 Gli animali
sono affidati all'uomo, il quale dev’essere
benevolo verso di essi. Possono servire alla giusta
soddisfazione dei suoi bisogni. 2458 La Chiesa da
un giudizio in materia economica e sociale quando i diritti fondamentali
della persona o la salvezza delle ultime lo esigono. Essa si interessa del
bene comune temporale degli uomini in funzione del suo ordinamento al Bene
supremo, ultimo nostro fine. 2460 Il valore primario del lavoro
riguarda l'uomo stesso, il quale ne e l'autore e il
destinatario. Mediante i! lavoro, l'uomo partecipa
all'opera della creazione. Compiuto in unione con Cristo, i! lavoro può essere redentivo. 2461 Il vero sviluppo è quello dell'uomo
nella sua integralità. Si tratta di far crescere la capacità di ogni persona
a rispondere alla propria vocazione, quindi alla chiamata di Dio. 2462 L’ elemosina
fatta ai poveri e una testimonianza di carità fraterna: è anche un’opera di
giustizia che piace a Dio. 2463 Nella moltitudine di esseri umani
senza pane, senza letto, senza fissa dimora, come non riconoscere Lazzaro, il
mendicante affamalo della parabola?' Come non risentire Gesù: «Non l'avete
fatto a me» (MI 25,45)? 8. Non dire falsa
testimonianza Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo(
Es.20,16) Fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il
Signore i tuoi giuramenti (Mt 5,33) 2504 «Non pronunciare falsa testimonianza
contro il tuo prossimo», {Es 20,16). I discepoli di
Cristo hanno rivestito « l’'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e
nella santità vera » (Ef 4,24). 2505 La verità o veracità è la virtù che
consiste nel mostrarsi veri nelle proprie azioni e nell’esprimere il vero
nelle proprie parole, rifuggendo dalla doppiezza, dalla simulazione e
dall'ipocrisia. 2506 Il cristiano non deve vergognarsi «
della testimonianza da rendere a! Signore» {2 Tm
1,8) in atti
e parole. Il martirio è la suprema testimonianza resa alla verità
della fede. 2507 Il rispetto della reputazione e
dell'onore delle persone proibisce ogni atteggiamento o parole di maldicenza
o di calunnia. 2508 La menzogna consiste nel dire il falso
con l'intenzione di ingannare il prossimo, il quale ha diritto alla
verità. 2509 Una colpa commessa contro la verità
esige riparazione. 2510 La « regola d'oro » aiuta a
discernere. nelle situazioni concrete, se sia o non
sia opportuno palesare la verità a chi la domanda. 2511 « Il sigillo sacramentale é
inviolabile ». I segreti professionali vanno serbati. Le confidenze
pregiudizievoli per altri non devono essere divulgate. 2512 La società ha diritto a un’ informazione fondata sulla verità, sulla libertà,
sulla giustizia. E opportuno imporsi moderazione e disciplina nell'uso dei
mezz'i di comunicazione sociale. 2513 Le belle arti. ma
soprattutto l'arte sacra, «per loro natura, hanno relazione con l'infinita
bellezza divina, che deve essere in qualche modo espressa dalle opere
dell'uomo, e sono tanto più orientate a Dio e all’incremento della sua lode e
delta sua gloria, in quanto nessun altro fine è loro assegnato se non di
contribuire quanto più efficacemente possibile... a indirizzare pienamente le
menti degli uomini a Dio ». 9. Non desiderare la donna
d’altri Non desiderare la casa del tuo prossimo. Non desiderare la
moglie del tuo prossimo, né lo schiavo, né la schiava, né il suo bue, né il
suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo (Es
20,17) Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso
adulterio con lei nel suo cuore (Mt 5,28) 2528« Chiunque guarda una donna per
desiderarla, ha gia commesso adulterio con lei nel suo cuore » (Mt 5,28). 2529 Il nono comandamento mette in guardia
dal desiderio smodato o concupiscenza carnale. 2530 La lotta contro la concupiscenza
carnale passa attraverso la purificazione del cuore e la pratica della
temperanza.. 2531 La purezza del
cuore ci farà vedere Dio: fini d’ora ci consente di vedere ogni cosa secondo
Dio. 2532 La
purificazione del cuore esige la preghiera, la pratica della castità, la
purezza dell’intenzione e dello sguardo. 2533 La purezza del cuore richiede il
pudore, che è pazienza, modestia e discrezione. Il pudore custodisce
l’intimità della persona. 10. Non desiderare la roba
d’altri Non desiderare…alcuna cosa appartenga al tuo prossimo (Es 20,17) Non desiderare la casa del tuo prossimo, né il suo campo,
né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, ne
il suo asino, né alcuna delle cose che sono del tuo prossimo (Dt 5,21) Là dov’é il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore (Mt 6,21) 2551 « Là dov'è il tuo tesoro, sarà anche
il tuo cuore » (Mt 6,21). 2552 Il decimo comandamento proibisce la
sfrenata cupidigia generata dalla brama smodata delle ricchezze e del potere
insito in esse. 2554 Il battezzato
combatte l'invidia con la benevolenza, l'umiltà e l'abbandono alla
Provvidenza di Dio. 2555 / cristiani «
hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i desideri » (Gal 5,24); sono
guidati dallo Spirito e seguono i suoi desideri. 2556 Il distacco
dalle ricchezze è indispensabile per entrare nel Regno del
cieli. « Beati i poveri in spirito ». 2557 Il vero
desiderio dell'uomo è: « Voglio vedere Dio ». La sete di Dio è estinta
dall'acqua della vita eterna. |
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I due comandamenti della carità 1. Amerai il
Signore tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta
la tua mente. 2. Amerai il
prossimo come te stesso. Le
beatitudini evangeliche 1. Beati i poveri
in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli. 2. Beati i miti,
perché possederanno la terra. 3. Beati coloro
che piangono, perché saranno consolati. 4. Beati coloro
che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati. 5. Beati i
misericordiosi, perché otterranno misericordia. 6. Beati i puri
di cuore, perché vedranno Dio. 7. Beati gli
operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. 8. Beati i
perseguitati a causa della giustizia, perché di essi
è il regno dei cieli. I cinque precetti generali della Chiesa 1. Partecipare
alla Messa la domenica e le altre feste comandate. 2. Santificare i
giorni di penitenza, secondo le disposizioni della Chiesa. 3. Confessarsi
almeno una volta all’anno e comunicarsi almeno a
Pasqua. 4. Soccorrere
alle necessità della Chiesa, contribuendo secondo le leggi o le usanze. 5. Non celebrare
solennemente le nozze nei tempi proibiti. Le
sette opere di misericordia corporale 1. Dar da
mangiare agli affamati. 2. Dar da bere
agli assetati. 3. Vestire gli
ignudi. 4. Alloggiare i
pellegrini. 5. Visitare gli
infermi. 6. Visitare i
carcerati. 7. Seppellire i
morti. Le sette opere di misericordia spirituale 1. Consigliare i dubbioso. 2. Insegnare agli
ignoranti. 3. Ammonire i
peccatori. 4. Consolare gli
afflitti. 5. Perdonare le
offese. 6. Sopportare
pazientemente le persone moleste. 7. Pregare Dio
per i vivi e per i morti. 1. Superbia 2. Avarizia 3. Lussuria 4. Ira 5. Gola 6. Invidia 7. Accidia I sei peccati contro
lo Spirito Santo 1. Disperazione
della salvezza 2. Presunzione di
salvarsi senza merito 3. Impugnare la
verità conosciuta 4. Invidia della
grazia altrui 5. Ostinazione
dei peccati 6. Impenitenza
finale I quattro peccati che gridano vendetta
al cospetto di Dio 1. Omicidio
volontario 2. Peccato impuro
contro natura 3. Oppressione
dei poveri 4. Frode nella
mercede agli operai Tu ami tutte le tue creature, Signore, e nulla disprezzi
di ciò che hai creato; tu dimentichi i peccati di quanti si convertono e li
perdoni, perché tu sei il Signore nostro Dio. |