PIETRE VIVE

 

"Io sono la via, io sono la verità e la vita. Solo per mezzo di me si va al Padre. Se mi conoscete, conoscerete anche il Padre, anzi, già lo conoscete e lo avete veduto". (Giovanni 14,6-7)

 

Verità Principali della Fede Cristiana

Norme Fondamentali di Vita Cristiana

 

I sette Sacramenti

I dieci Comandamenti

I due misteri principali della fede

I due comandamenti della carità

I sette doni dello Spirito Santo

Le beatitudini evangeliche

Le tre virtù teologali

I cinque precetti generali della Chiesa

Le quattro virtù cardinali

Le sette opere di misericordia corporale

I quattro nuovissimi

Le sette opere di misericordia spirituale

 

I sette vizi capitali

 

I sei peccati contro lo Spirito Santo

 

I quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio

 

I sette Sacramenti

I Sacramenti e la loro origine

di Mons. Francesco Spadafora file.zip

 

BATTESIMO

 

CRESIMA

 

EUCARESTIA

 

RICONCILIAZIONE

UNZIONE DEGLI INFERMI

ORDINE

MATRIMONIO

 

 BATTESIMO

 1275 L'iniziazione cristiana si compie attraverso l'insieme di tre sacramenti: il Battesimo, che è l'inizio della vita nuova; la Confermazione, che ne è il rafforzamento; e l'Eucaristia, che nutre il discepolo con il Corpo e il Sangue di Cristo in vista della sua trasformazione in lui.

1276 "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato" ( Mt 28,19-20 ).

1277 Il Battesimo costituisce la nascita alla vita nuova in Cristo. Secondo la volontà del Signore esso è necessario per la salvezza, come la Chiesa stessa, nella quale il Battesimo introduce.

1278 Il rito essenziale del Battesimo consiste nell'immergere nell'acqua il candidato o nel versargli dell'acqua sul capo, mentre si pronuncia l'invocazione della Santissima Trinità, ossia del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

1279 Il frutto del Battesimo o grazia battesimale è una realtà ricca che comporta: la remissione del peccato originale e di tutti i peccati personali; la nascita alla vita nuova mediante la quale l'uomo diventa figlio adottivo del Padre, membro di Cristo, tempio dello Spirito Santo. Per ciò stesso il battezzato è incorporato alla Chiesa, Corpo di Cristo, e reso partecipe del sacerdozio di Cristo.

1280 Il Battesimo imprime nell'anima un segno spirituale indelebile, il carattere, il quale consacra il battezzato al culto della religione cristiana. A motivo del carattere che imprime, il Battesimo non può essere ripetuto [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1609 e 1624].

1281 Coloro che subiscono la morte a causa della fede, i catecumeni e tutti gli uomini che, sotto l'impulso della grazia, senza conoscere la Chiesa, cercano sinceramente Dio e si sforzano di compiere la sua volontà, possono essere salvati anche se non hanno ricevuto il Battesimo [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 16].

1282 Fin dai tempi più antichi, il Battesimo viene amministrato ai bambini, essendo una grazia e un dono di Dio che non presuppongono meriti umani; i bambini sono battezzati nella fede della Chiesa. L'ingresso nella vita cristiana introduce nella vera libertà.

1283 Quanto ai bambini morti senza Battesimo, la Liturgia della Chiesa ci invita a confidare nella misericordia di Dio, e a pregare per la loro salvezza.

1284 In caso di necessità, chiunque può battezzare, a condizione che intenda fare ciò che fa la Chiesa, e che versi dell'acqua sul capo del candidato dicendo: "Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo".

(Sintesi, dal Catechismo della Chiesa Cattolica)

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CRESIMA

 1315 "Gli Apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samaria aveva accolto la Parola di Dio e vi inviarono Pietro e Giovanni. Essi discesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora sceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo" ( At 8,14-17 ).

1316 La Confermazione perfeziona la grazia battesimale; è il sacramento che dona lo Spirito Santo per radicarci più profondamente nella filiazione divina, incorporarci più saldamente a Cristo, rendere più solido il nostro legame con la Chiesa, associarci maggiormente alla sua missione e aiutarci a testimoniare la fede cristiana con la parola accompagnata dalle opere.

1317 La Confermazione, come il Battesimo, imprime nell'anima del cristiano un segno spirituale o carattere indelebile; perciò si può ricevere questo sacramento una sola volta nella vita.

1318 In Oriente questo sacramento viene amministrato immediatamente dopo il Battesimo; è seguito dalla partecipazione all'Eucaristia; questa tradizione sottolinea l'unità dei tre sacramenti dell'iniziazione cristiana. Nella Chiesa latina questo sacramento viene conferito quando si è raggiunta l'età della ragione, e la sua celebrazione è normalmente riservata al vescovo, significando così che questo sacramento rinsalda il legame ecclesiale.

1319 Un candidato alla Confermazione che ha raggiunto l'età della ragione deve professare la fede, essere in stato di grazia, aver l'intenzione di ricevere il sacramento ed essere preparato ad assumere il proprio ruolo di discepolo e di testimone di Cristo, nella comunità ecclesiale e negli impegni temporali.

1320 Il rito essenziale della Confermazione è l'unzione con il sacro Crisma sulla fronte del battezzato (in Oriente anche su altre parti del corpo), accompagnata dall'imposizione delle mani da parte del ministro e dalle parole: "Accipe signaculum doni Spiritus Sancti" - "Ricevi il sigillo del dono dello Spirito Santo che ti è dato in dono", nel rito romano; "Signaculum doni Spiritus Sancti" - "Sigillo del dono dello Spirito Santo", nel rito bizantino.

1321 Quando la Confermazione viene celebrata separatamente dal Battesimo, il suo legame con questo è espresso, tra l'altro, dalla rinnovazione delle promesse battesimali. La celebrazione della Confermazione durante la Liturgia Eucaristica contribuisce a sottolineare l'unità dei sacramenti dell'iniziazione cristiana.

(Sintesi, dal Sintesi dal Catechismo della Chiesa Cattolica)

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EUCARESTIA

 1406 Gesù dice: "Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno... Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue ha la vita eterna. . . dimora in me e io in lui" ( Gv 6,51; 1406 Gv 6,54; Gv 6,56 ).

1407 L'Eucaristia è il cuore e il culmine della vita della Chiesa, poiché in essa Cristo associa la sua Chiesa e tutti i suoi membri al proprio sacrificio di lode e di rendimento di grazie offerto al Padre una volta per tutte sulla croce; mediante questo sacrificio egli effonde le grazie della salvezza sul suo Corpo, che è la Chiesa.

1408 La celebrazione eucaristica comporta sempre: la proclamazione della Parola di Dio, l'azione di grazie a Dio Padre per tutti i suoi benefici, soprattutto per il dono del suo Figlio, la consacrazione del pane e del vino e la partecipazione al banchetto liturgico mediante la recezione del Corpo e del Sangue del Signore. Questi elementi costituiscono un solo e medesimo atto di culto.

1409 L'Eucaristia è il memoriale della Pasqua di Cristo, cioè dell'opera della salvezza compiuta per mezzo della vita, della morte e della Risurrezione di Cristo, opera che viene resa presente dall'azione liturgica.

1410 E' Cristo stesso, sommo ed eterno sacerdote della Nuova Alleanza, che, agendo attraverso il ministero dei sacerdoti, offre il sacrificio eucaristico. Ed è ancora lo stesso Cristo, realmente presente sotto le specie del pane e del vino, l'offerta del sacrificio eucaristico.

1411 Soltanto i sacerdoti validamente ordinati possono presiedere l'Eucaristia e consacrare il pane e il vino perché diventino il Corpo e il Sangue del Signore.

1412 I segni essenziali del sacramento eucaristico sono il pane di grano e il vino della vite, sui quali viene invocata la benedizione dello Spirito Santo e il sacerdote pronunzia le parole della consacrazione dette da Gesù durante l'ultima Cena: "Questo è il mio Corpo dato per voi. . . Questo è il calice del mio Sangue. . . ".

1413 Mediante la consacrazione si opera la transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo. Sotto le specie consacrate del pane e del vino, Cristo stesso, vivente e glorioso, è presente in maniera vera, reale e sostanziale, il suo Corpo e il suo Sangue, con la sua anima e la sua divinità [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1640; 1651].

1414 In quanto sacrificio, l'Eucaristia viene anche offerta in riparazione dei peccati dei vivi e dei defunti, e al fine di ottenere da Dio benefici spirituali o temporali.

1415 Chi vuole ricevere Cristo nella Comunione eucaristica deve essere in stato di grazia. Se uno è consapevole di aver peccato mortalmente, non deve accostarsi all'Eucaristia senza prima aver ricevuto l'assoluzione nel sacramento della Penitenza.

1416 La santa Comunione al Corpo e al Sangue di Cristo accresce in colui che si comunica l'unione con il Signore, gli rimette i peccati veniali e lo preserva dai peccati gravi. Poiché vengono rafforzati i vincoli di carità tra colui che si comunica e Cristo, ricevere questo sacramento rafforza l'unità della Chiesa, Corpo mistico di Cristo.

1417 La Chiesa raccomanda vivamente ai fedeli di ricevere la santa Comunione quando partecipano alla celebrazione dell'Eucaristia; ne fa loro obbligo almeno una volta all'anno.

1418 Poiché Cristo stesso è presente nel Sacramento dell'altare, bisogna onorarlo con un culto di adorazione. La visita al Santissimo Sacramento "è prova di gratitudine, segno di amore e debito di riconoscenza a Cristo Signore" [Paolo VI, Lett. enc. Mysterium fidei].

1419 Poiché Cristo è passato da questo mondo al Padre, nell'Eucaristia ci dona il pegno della gloria futura presso di lui: la partecipazione al Santo Sacrificio ci identifica con il suo Cuore, sostiene le nostre forze lungo il pellegrinaggio di questa vita, ci fa desiderare la vita eterna e già ci unisce alla Chiesa del Cielo, alla Santa Vergine Maria e a tutti i Santi.

(Sintesi, dal Catechismo della Chiesa Cattolica)

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RICONCILIAZIONE

 1485 La sera di Pasqua, il Signore Gesù si mostrò ai suoi Apostoli e disse loro: "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi" ( Gv 20,22-23 ).

1486 Il perdono dei peccati commessi dopo il Battesimo è accordato mediante un sacramento apposito chiamato sacramento della conversione, della confessione, della penitenza o della riconciliazione.

1487 Colui che pecca ferisce l'onore di Dio e il suo amore, la propria dignità di uomo chiamato ad essere figlio di Dio e la salute spirituale della Chiesa di cui ogni cristiano deve essere una pietra viva.

1488 Agli occhi della fede, nessun male è più grave del peccato, e niente ha conseguenze peggiori per gli stessi peccatori, per la Chiesa e per il mondo intero.

1489 Ritornare alla comunione con Dio dopo averla perduta a causa del peccato, è un movimento nato dalla grazia di Dio ricco di misericordia e sollecito per la salvezza degli uomini. Bisogna chiedere questo dono prezioso per sé come per gli altri.

1490 Il cammino di ritorno a Dio, chiamato conversione e pentimento, implica un dolore e una repulsione per i peccati commessi, e il fermo proposito di non peccare più in avvenire. La conversione riguarda dunque il passato e il futuro; essa si nutre della speranza nella misericordia divina.

1491 Il sacramento della Penitenza è costituito dall'insieme dei tre atti compiuti dal penitente, e dall'assoluzione da parte del sacerdote. Gli atti del penitente sono: il pentimento, la confessione o manifestazione dei peccati al sacerdote e il proposito di compiere la soddisfazione e le opere di soddisfazione.

1492 Il pentimento (chiamato anche contrizione) deve essere ispirato da motivi dettati dalla fede. Se il pentimento nasce dall'amore di carità verso Dio, lo si dice "perfetto"; se è fondato su altri motivi, lo si chiama "imperfetto".

1493 Colui che vuole ottenere la riconciliazione con Dio e con la Chiesa, deve confessare al sacerdote tutti i peccati gravi che ancora non ha confessato e di cui si ricorda dopo aver accuratamente esaminato la propria coscienza. Sebbene non sia in sé necessaria, la confessione delle colpe veniali è tuttavia vivamente raccomandata dalla Chiesa.

1494 Il confessore propone al penitente il compimento di certi atti di "soddisfazione" o di "penitenza", al fine di riparare il danno causato dal peccato e ristabilire gli atteggiamenti consoni al discepolo di Cristo.

1495 Soltanto i sacerdoti che hanno ricevuto dall'autorità della Chiesa la facoltà di assolvere possono perdonare i peccati nel nome di Cristo.

1496 Gli effetti spirituali del sacramento della Penitenza sono: - la riconciliazione con Dio mediante la quale il penitente ricupera la grazia; - la riconciliazione con la Chiesa; - la remissione della pena eterna meritata a causa dei peccati mortali; - la remissione, almeno in parte, delle pene temporali, conseguenze del peccato; - la pace e la serenità della coscienza, e la consolazione spirituale; - l'accrescimento delle forze spirituali per il combattimento cristiano.

1497 La confessione individuale e completa dei peccati gravi seguita dall'assoluzione rimane l'unico mezzo ordinario per la riconciliazione con Dio e con la Chiesa.

1498 Mediante le indulgenze i fedeli possono ottenere per se stessi, e anche per le anime del Purgatorio, la remissione delle pene temporali, conseguenze dei peccati.

(Sintesi, dal Catechismo della Chiesa Cattolica)

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 UNZIONE DEGLI INFERMI

1626 “ Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati” (Gc 5,14-15)

1527  Il sacramento dell’Unzione degli infermi ha lo scopo di conferire una grazia speciale al cristiano che sperimenta le difficoltà inerenti allo stato di malattia grave o alla vecchiaia.

1528 Il momento opportuno per ricevere la sacra Unzione è certamente quello in cui il fedele comincia a trovarsi in pericolo di morte per malattia o vecchiaia.

1529  Ogni volta che un cristiano cade gravemente malato, può ricevere la sacra Unzione, come pure quando, dopo averla già ricevuta, si verifica un aggravarsi della malattia.

1530 Soltanto i sacerdoti ( presbiteri e vescovi) possono amministrare il sacramento dell’ Unzione degli infermi; per conferirlo usano olio benedetto dal vescovo, o, all’ occorrenza, dallo stesso presbitero celebrante.

1531 L’essenziale della celebrazione di questo sacramento consiste nell’unzione sulla fronte e sulle mani del malato ( nel rito romani) o su altre parti del corpo ( in Oriente), unzione accompagnata dalla preghiera liturgica del sacerdote celebrante che implora la grazia speciale di questo sacramento.

1532 La grazia speciale del sacramento dell’Unzione degli infermi ha come effetti:

l’unione del malato alla passione di Cristo, per il suo bene e per quello di tutta la Chiesa;

il conforto, la pace e il coraggio per sopportare cristianamente le sofferenze della malattia o della vecchiaia;

il perdono dei peccati, se il malato non ha potuto ottenerlo con il sacramento della Penitenza;

il recupero della salute, se ciò giova alla salvezza spirituale;

la preparazione al passaggio alla vita eterna.

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 ORDINE

 1590 San Paolo dice al suo discepolo Timoteo: "Ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l'imposizione delle mie mani" ( 2Tm 1,6 ), e "se uno aspira all'episcopato, desidera un nobile lavoro" ( 1Tm 3,1 ). A Tito diceva: "Per questo ti ho lasciato a Creta, perché regolassi ciò che rimane da fare e perché stabilissi presbiteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato" ( Tt 1,5 ).

1591 Tutta la Chiesa è un popolo sacerdotale. Grazie al battesimo, tutti i fedeli partecipano al sacerdozio di Cristo. Tale partecipazione si chiama "sacerdozio comune dei fedeli". Sulla sua base e al suo servizio esiste un'altra partecipazione alla missione di Cristo: quella del ministero conferito dal sacramento dell'Ordine, la cui funzione è di servire a nome e in persona di Cristo Capo in mezzo alla comunità.

1592 Il sacerdozio ministeriale differisce essenzialmente dal sacerdozio comune dei fedeli poiché conferisce un potere sacro per il servizio dei fedeli. I ministri ordinati esercitano il loro servizio presso il popolo di Dio attraverso l'insegnamento [munus docendi], il culto divino [munus liturgicum] e il governo pastorale [munus regendi].

1593 Fin dalle origini, il ministero ordinato è stato conferito ed esercitato in tre gradi: quello dei vescovi, quello dei presbiteri e quello dei diaconi. I ministeri conferiti dall'ordinazione sono insostituibili per la struttura organica della Chiesa: senza il vescovo, i presbiteri e i diaconi, non si può parlare di Chiesa [Cf Sant'Ignazio di Antiochia, Epistula ad Trallianos, 3, 1].

1594 Il vescovo riceve la pienezza del sacramento dell'Ordine che lo inserisce nel Collegio episcopale e fa di lui il capo visibile della Chiesa particolare che gli è affidata. I vescovi, in quanto successori degli Apostoli e membri del Collegio, hanno parte alla responsabilità apostolica e alla missione di tutta la Chiesa sotto l'autorità del Papa, successore di san Pietro.

1595 I presbiteri sono uniti ai vescovi nella dignità sacerdotale e nello stesso tempo dipendono da essi nell'esercizio delle loro funzioni pastorali; sono chiamati ad essere i saggi collaboratori dei vescovi; riuniti attorno al loro vescovo formano il "presbiterio", che insieme con lui porta la responsabilità della Chiesa particolare. Essi ricevono dal vescovo la responsabilità di una comunità parrocchiale o di una determinata funzione ecclesiale.

1596 I diaconi sono ministri ordinati per gli incarichi di servizio della Chiesa; non ricevono il sacerdozio ministeriale, ma l'ordinazione conferisce loro funzioni importanti nel ministero della Parola, del culto divino, del governo pastorale e del servizio della carità, compiti che devono assolvere sotto l'autorità pastorale del loro vescovo.

1597 Il sacramento dell'Ordine è conferito mediante l'imposizione delle mani seguita da una preghiera consacratoria solenne che chiede a Dio per l'ordinando le grazie dello Spirito Santo richieste per il suo ministero. L'ordinazione imprime un carattere sacramentale indelebile.

1598 La Chiesa conferisce il sacramento dell'Ordine soltanto a uomini (viris) battezzati, le cui attitudini per l'esercizio del ministero sono state debitamente riconosciute. Spetta all'autorità della Chiesa la responsabilità e il diritto di chiamare qualcuno a ricevere gli Ordini.

1599 Nella Chiesa latina il sacramento dell'Ordine per il presbiterato è conferito normalmente solo a candidati disposti ad abbracciare liberamente il celibato e che manifestano pubblicamente la loro volontà di osservarlo per amore del Regno di Dio e del servizio degli uomini.

1600 Spetta ai vescovi conferire il sacramento dell'Ordine nei tre gradi.

(Sintesi, dal Catechismo della Chiesa Cattolica)

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 MATRIMONIO

 1659 San Paolo dice: "Voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa. . . Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa" (Ef 5,25; Ef 5,32).

1660 L'alleanza matrimoniale, mediante la quale un uomo e una donna costituiscono fra loro un'intima comunione di vita e di amore, è stata fondata e dotata di sue proprie leggi dal Creatore. Per sua natura è ordinata al bene dei coniugi così come alla generazione e all'educazione della prole. Tra battezzati essa è stata elevata da Cristo Signore alla dignità di sacramento [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 48; Codice di Diritto Canonico, 1055, 1].

1661 Il sacramento del Matrimonio è segno dell'unione di Cristo e della Chiesa. Esso dona agli sposi la grazia di amarsi con l'amore con cui Cristo ha amato la sua Chiesa; la grazia del sacramento perfeziona così l'amore umano dei coniugi, consolida la loro unità indissolubile e li santifica nel cammino della vita eterna [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1799].

1662 Il matrimonio si fonda sul consenso dei contraenti, cioè sulla volontà di donarsi mutuamente e definitivamente, allo scopo di vivere un'alleanza d'amore fedele e fecondo.

1663 Poiché il matrimonio stabilisce i coniugi in uno stato pubblico di vita nella Chiesa, è opportuno che la sua celebrazione sia pubblica, inserita in una celebrazione liturgica, alla presenza del sacerdote (o del testimone qualificato della Chiesa), dei testimoni e dell'assemblea dei fedeli.

1664 L'unità, l'indissolubilità e l'apertura alla fecondità sono essenziali al matrimonio. La poligamia è incompatibile con l'unità del matrimonio; il divorzio separa ciò che Dio ha unito; il rifiuto della fecondità priva la vita coniugale del suo "preziosissimo dono", il figlio [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 50].

1665 Il nuovo matrimonio dei divorziati, mentre è ancora vivo il coniuge legittimo, contravviene al disegno e alla Legge di Dio insegnati da Cristo. Costoro non sono separati dalla Chiesa, ma non possono accedere alla Comunione eucaristica. Vivranno la loro vita cristiana particolarmente educando i loro figli nella fede.

1666 Il focolare cristiano è il luogo in cui i figli ricevono il primo annuncio della fede. Ecco perché la casa familiare è chiamata a buon diritto "la Chiesa domestica", comunità di grazia e di preghiera, scuola delle virtù umane e della carità cristiana.

(Sintesi, dal Catechismo della Chiesa Cattolica)

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 I due misteri principali della fede

1.      Unità e Trinità di Dio

2.      Incarnazione, Passione e Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo

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         I sette doni dello Spirito Santo

1.      Sapienza

2.      Intelligenza

3.      Consiglio

4.      Fortezza

5.      Scienza

6.      Pietà

7.      Timor di Dio

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         Le tre virtù teologali

1.                Fede ( per fede noi crediamo in Dio e crediamo tutto ciò che Egli ci ha rivelato e che la Santa Chiesa ci propone a credere)

2.                 Speranza (speriamo e aspettiamo da Dio, con ferma fiducia, la vita eterna e le grazie per meritarla)

3.                Carità ( per la carità noi amiamo Dio al di sopra di tutto, e il nostro prossimo come noi stessi per amore di Dio. Essa è il vincolo di perfezione e la forma di tutte le virtù).

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         Le quattro virtù cardinali

4.                 Prudenza ( dispone la ragione pratica a discernere, in ogni circostanza, il nostro bene e a scegliere i mezzi adeguati per attuarlo)

5.                Giustizia ( consiste nella volontà costante e ferma di dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto)

6.                 Fortezza ( assicura nelle difficoltà, la fermezza e la costanza nella ricerca del bene)

7.                Temperanza ( modera l’attrattiva dei piaceri sensibili e rende capaci di equilibrio nell’uso dei beni creati)

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         I quattro novissimi

1.      Morte

2.      Giudizio

3.      Inferno

4.      Paradiso

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I 10 Comandamenti di Dio o Decalogo

Maestro, che devo fare….?

2052 <i Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna:' ». Al giovane che gli rivolge questa domanda. Gesù risponde innanzitutto ri­chiamando la necessità di riconoscere Dio come "il solo Buono", come il Bene per eccellenza e come la sorgente di ogni bene. Poi Gesù gli dice: « Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti ». Ed elenca al suo interlo­cutore i comandamenti che riguardano l'amore del prossimo: « Non ucci­dere. non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso. onora tuo padre e tua madre ». Infine Gesù riassume questi comandamenti in una formulazione positiva: « Ama il prossimo tuo come tè stesso » (Mt 19.16-19).

2053 A questa prima risposta- se ne aggiunge subito una seconda; « Se vuoi essere perfetto, va", vendi quello che possiedi, dallo ai poveri, e avrai un tesoro nel ciclo; poi vieni e seguimi » (Mt 19,21). Essa non annulla la prima. La sequela di Gesù implica l'osservanza dei comandamenti. La Legge non e abolita. ma l'uomo è invitato a ritrovarla nella Persona del suo Maestro, che ne e il compimento perfetto. Nei tre Vangeli sinottici, l'appello di Gesù, rivolto al giovane ricco a seguirlo nell'obbedienza del discepolo e nell'osser­vanza dei comandamenti, è accostato all'esortazione alla povertà e alta castità, I consigli evangelici sono indissociabili dai comandamenti.

2054 Gesù ha ripreso i dieci comandamenti, ma ha manifestato la forza dello Spirito all'opera nella loro lettera. Egli ha predicalo la « giustizia » che supera <i quella degli scribi e dei farisei » (Mt 5,20) come pure quella dei pa­gani," Ha messo in luce tutte le esigenze dei comandamenti. « Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere... Ma io vi dico: chiunque si adira contro il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio » {Mt 5,21-22).

2055 Quando gli si pone la domanda: « Qual’ è il più grande comandamento della Legge? » {Mt 22,36), Gesù risponde:   « Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo e i! più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo:

Amerai il prossimo tuo come tè stesso. Da questi due comandamenti dipen­de tutta la Legge e i Profeti » (Mt 22.37-40). Il Decalogo deve essere inter­pretato alla luce di questo duplice ed unico comandamento della carità, pienezza della Legge:

Il precetto: non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non deside­rare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso. L’amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della Legge è l’amore (Rm 13,9-10)

 

AMERAI IL SIGNORE DIO TUO ON TUTTO IL CUORE, CON TUTTA L’ANIMA, CON TUTTE LE FORZE

I 10 Comandamenti

 

1. Non avrai altro Dio fuori di me

 

2. Non nominare il nome di Dio invano

 

3. Ricordati di santificare le feste

 

4. Onora il padre e la  madre

 

5. Non uccidere

 

6. Non commettere adulterio

 

7. Non rubare

 

8. Non dire falsa testimonianza

 

9. Non desiderare la donna d’altri

 

10. Non desiderare la roba d’altri

 

 

1. Non avrai altro Dio fuori di me

Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù; non avrai altri dei di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra,né di ciò che è nelle acque sotto terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai ( Es 20,2-5)

Sta scritto. << Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto>> (Mt4,10)

2133 << Tu amerai i! Signore tuo Dio con tutto i! cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze » (Dt 6.5).

2134 Il primo comandamento chiama l'uomo a credere in Dio, a sperare in lui,. ad amarlo ai di sopra di tutto.

 2135 « Adora il Signore Dio tuo» (Mt 4.10). Adorare Dio, pregarlo, rendergli il cullo che a lui è dovuto, mantenere le promesse e i voti che a lui si sono fatti, sono atti della virtù della religione, che esprimono l’obbedienza al primo comandamento.

2136 Il dovere di rendere a Dio un culto autentico riguarda l’uomo individualmente e socialmente.

 2137 L'uomo deve « poter professare liberamente la religione sia in forma privata che pubblica ».

 2138 La superstizione è una deviazione del culto che rendiamo al vero Dio. Ha la Sua massima espressione   nell'idolatria, come nelle varie forme di divinazione e di magia.

 2139 L'azione di tentare Dio con parole o atti, il sacrilegio. la simonia sono peccati di irreligione proibiti dal primo comandamento

2140 L'ateismo, in quanto respinge o rifiuta resistenza di Dio, è un peccato contro il primo comandamento.

2141 Il culto delle sacre immagini e fondalo sul mistero dell'Incarnazione dei Verbo di Dio. Esso non è in opposizione ai primo comandamento.

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2. Non nominare il nome di Dio invano

Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio ( Es.20,7;Dt 5,11).

Fu detto agli antichi : << Non spergiurare >>… Ma io vi dico : non giurate affatto (Mt5,33-34)

2160 «O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!.» (Sal 8,2),

2161 Il secondo comandamento prescrive di rispettare il nome del Signore. Il nome del Signore è santo.

2162 Il secondo comandamento proibisce ogni uso sconveniente del nome di Dio. La bestemmia consiste nell'usare il nome di Dio, di Gesù Cristo. della Vergine Maria e dei santi in un modo ingiurioso.

2163 Il falso giuramento chiama Dio come testimone di una menzogna. Lo spergiuro è una mancanza grave contro il Signore, sempre fedele alle sue promesse.

2164 Non giurare ne per il Creatore, ne per la creatura, se non con verità,per necessità e con riverenza”.

2165  Nel Battesimo, il cristiano riceve il proprio nome nella Chiesa. I genitori, i padrini e il parroco avranno cura che gli venga dato un nome cristiano. Essere sotto il patrocinio di un santo significa avere in lui un modello dì carità e un sicuro intercessore.

2166 Il cristiano incomincia le sue preghiere e le sue azioni con il segno della croce « nel nome del Padre e dl Figlio e dello Spirito Santo. Amen ».

2167 Dio chiama ciascuno per nome.

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3. Ricordati di santificare le feste

Ricordati del giorno di sabato per santificarlo : sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro ( Es 20,8-10)

Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato (Mc 2,27-28)

2189 « Osserva il giorno di sabato per santificarlo » (Dt 5.12). « Il settimo giorno vi sarà riposo assoluto, sacro al Signore » (Es 31,15).

2190 Il sabato, che rappresentava il compimento della prima creazione, è sostituito dalla domenica, che ricorda la nuova creazione, iniziata con la Risurrezione di Cristo.

2191 La Chiesa celebra il giorno della  Resurrezione di Cristo nell’ottavo giorno, che si chiama giustamente giorno del Signore, o domenica.

2192 « II giorno di domenica… deve essere osservato in tutta la  Chiesa come il primordiale giorno festivo di precetto ».  « La domenica e le altre feste di precetto i fedeli sono tenuti all’obbligo di partecipare alla Messa »

2193 « La domenica e {e altre feste di precetto i fedeli... , si astengano... da quei lavori e da quegli affari che impediscono di rendere culto a Dio e turbano la letizia propria del giorno del Signore o il dovuto riposo della mente e del corpo ».

2194 L'istituzione della domenica contribuisce a dare a tutti la possibilità di « godere di .sufficiente riposo e tempo libero che permette loro di curare la vita familiare, culturale, sociale e religiosa »

2195 Ogni cristiano deve evitare di imporre, senza necessità, ad altri ciò che impedirebbe loro di osservare il giorno del Signore.

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4. Onora il padre e la madre

Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti da il Signore, tuo Dio (Es 20,12),

Stava loro sottomesso (Lc 2,51)

Lo stesso Signore Gesù ha ricordato l'importanza di questo « coman­damento di Dio» [Mc 7,8-13). L’Apostolo insegna: «Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché questo è giusto. "Onora tuo paure e tua madre": è questo il primo comandamento associato a una promessa: “perché tu sia felice e goda di una vita lunga sopra la terra" » (Ef 6,1-3).

2247 « Onora tuo padre e tua madre »  ( Dt 5,16; Mc 7,10).

2248 Secondo il quarto comandamento, Dio ha voluto che, dopo lui, onoriamo i nostri genitori e coloro che egli, per il nostro bene, ha rivestito d’autorità.

2249 La comunità coniugale è stabilita sull’alleanza e sul consenso degli sposi. Il matrimonio e !a famiglia sono ordinati al bene dei coniugi, alla procreazione e all'educazione dei figli.

2050  « La salvezza della persona e della società umana e cristiana è strettamente connessa con una felice situazione della comunità coniugale e familiare ».

2051  I figli devono ai loro genitori rispetto, riconoscenza, giusta obbedienza e aiuto. Il rispetto filiale favorisce l'armonia di tutta la vita familiare.

2252 I genitori sono  i primi responsabili dell'educazione dei propri figli alla fede, alla preghiera e a tutte le virtù.   Hanno il dovere di provvedere. nella misura del possibile, ai bisogni materiali e spirituali dei propri figli.

2253 I genitori devono rispettare e favorire l'educazione dei propri figli. Ricorderanno a se stessi ed insegneranno ai figli che la prima vocazione del cristiano è seguire Gesù.

2254 La pubblica autorità è tenuta a rispettare i diritti fondamentali della persona umana e le condizioni per l'esercizio della sua libertà..

2255  E dovere dei cittadini collaborare con i poteri civili all'edificazione della società in uno spirito di verità, di giustizia, di solidarietà e di libertà.

2256 Il cittadino è obbligato in coscienza a non seguire le prescrizioni delle autorità civili quando tali precetti si oppongono alle esigenze dell'ordine morale. < Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini > (At 5,29).

2257 Ogni società ispira i propri giudizi e la propria condona ad una visione dell'uomo e del suo destino. Al di fuori della luce del Vangelo su Dio e sull'uomo, è facile che le società diventino totalitarie.

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5. Non uccidere

Non uccidere  (Es.20,13)

Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico : chiunque si adirà con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio (Mt 5, 21-22)

2318 Dio « ha in mano l'anima di ogni vivente e il soffio di ogni carne umana » (.Gb 12.10).

2319 Ogni vita umana, dal momento del concepimento fino alla morte, è sacra, perché la persona umana è stata voluta per se stessa ad immagine e somiglianza del Dio vivente e santo.

2320 L'uccisione di un essere umano è gravemente contraria alla dignità della persona e alla santità del Creatore.

2321 La proibizione dell'omicidio non abroga il diritto di togliere, ad un ingiusto aggressore, la possibilità di nuocere. La legittima difesa è un dovere grave per chi ha la responsabilità della vita altrui o del bene comune.

2322  Fin dal concepimento il bambino ha diritto alla vita. L'aborto diretto, cioè voluto come un fine o come un mezzo, é una pratica « vergo­gnosa », gravemente contraria alla legge morale. La Chiesa con­danna con una pena canonica di scomunica questo delitto contro la vita umana.

2323 Dal momento che deve essere trattato come una persona fin dal concepimento, l'embrione deve essere difeso nella sua integrità, curato e guarito come ogni altro essere umano.

2324 L 'eutanasia volontaria, qualunque ne siano le forme e i  motivi, costituisce un omicidio. È gravemente contraria alla dignità della persona umana e al rispetto dei Dio vivente, suo Creatore.

2325 Il suicidio e gravemente contrario alla giustizia, alla speranza e alla carità. E proibito dal quinto comandamento.

2326 Lo scandalo costituisce una colpa grave quando chi io provoca con azione o con omissione deliberatamente spinge altri a peccare.

2327 Si deve fare tutto ciò che e ragionevolmente possibile per evitare la guerra, dati i mali e le ingiustizie di cui é causa. La Chiesa prega:« Dalla fame, dalla peste e dalla guerra liberaci. Signore ».

2328 La Chiesa e la ragione umana dichiarano la permanente validità della legge morale durante i conflitti armati. Le pratiche contrarie al diritto delle genti e ai suoi principi universali, deliberatamente messe in atto, sono dei crimini.

2329 « La corsa agli armamenti è una della piaghe  più gravi dell'umanità e danneggia in modo intollerabile  i poveri ».

2330 « Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio».(Mt 5,9).

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6. Non commettere adulterio

Non  commettere adulterio (Es 20,14; Dt 5,18)

Avete visto che fu detto: << Non commettere adulterio >> ; ma io vi dico : chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore ( Mt 5,27-28)

2392 « L’amore è la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano ».

2393 Creando l'essere umano uomo e donna,. Dio dona all'uno e all’altra, in modo uguale, la dignità personale. Spetta a ciascuno, uomo e donna riconoscere e accettare la propria identità sessuale.

2394 Cristo e il modello della castità. Ogni battezzato é chiamato a condurre una vita casta, ciascuno secondo lo stato di vita che gli è proprio.

2395  La castità significa l'integrazione della sessualità nella persona. Richiede che si acquisisca la padronanza della persona.

2396 Tra i peccati gravemente contrari alla castità, vanno citate le masturbazioni, la fornicazione, la pornografia e le pratiche omosessuali.

2397 L'alleanza liberamente contratta dagli sposi implica un amore fedele, Essa impone loro l’obbligo di conservare l'indissolubilità del loro matrimonio.

2398  La fecondità é un bene, un dono, un fine del matrimonio. Donando la  vita, gli sposi  partecipano della paternità  di Dio.

2399 La regolazione delle nascite rappresenta uno degli aspetti della paternità e della maternità responsabili. La legittimità delle intenzioni degli sposi non giustifica il ricorso a mezzi moralmente inaccettabili {per es. la sterilizzazione diretta o la contraccezione).

2400 L’adulterio e il divorzio, la poligamia e la libera unione costituiscono gravi offese alla dignità del matrimonio.

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7. Non rubare

Non rubare ( Es 20,15; Dt 5,19)

Non rubare (Mt 19,18)

2450 « Non rubare » (Dt 5,19). «Né ladri, né avari,... né rapaci erediteranno il Regno di Dio » {1 Cor 6,10).

2451 Il settimo comandamento prescrive la pratica della giustizia e delle carità nella gestione dei beni terreni e dei frutti del lavoro umano.

2452 I beni della creazione sono destinali all'intero genere umano.Il diritto alla proprietà privata non abolisce la destinazione  universale dei beni,

2453  Il settimo comandamento proibisce il furto. Il furto consiste nell'usurpare il bene altrui, contro la volontà ragionevole dei proprietario,

2454  Ogni modo di prendere ed usare ingiustamente i beni altrui è contrario a! settimo comandamento. L'ingiustizia commessa esige riparazione. La giustizia commutativa esige !a restituzione di ciò che si è rubalo.

2455 La legge morale proibisce li atti che, a scopi mercantili o totalitari, provocano l' asservimento di esseri umani, i! loro acquisto, la loro vendita, i! loro scambio, come fossero merci.

2456 Il dominio accordato dal Creatore all'uomo sulle risorse minerali, vegetali e animali  dell'universo, non può essere disgiunto dal rispetto degli obblighi morali, compresi quelli che riguardano le generazioni future.

2457 Gli animali sono affidati all'uomo, il quale dev’essere benevolo verso di essi. Possono servire alla giusta soddisfazione dei suoi bisogni.

2458 La Chiesa da un giudizio in materia economica e sociale quando i diritti fondamentali della persona o la salvezza delle ultime lo esigono. Essa si interessa del bene comune temporale degli uomini in funzione del suo ordinamento al Bene supremo, ultimo nostro fine.

2459 L'uomo stesso é l'autore, il centro e il fine di tutta la vita economica e sociale. Il nodo decisivo della questione sociale è che i beni creati da Dio per tutti,, in effetti arrivino a tutti, secondo la giustizia e con l'aiuto della carità.

2460 Il valore primario del lavoro riguarda l'uomo stesso, il quale ne e l'autore e il destinatario. Mediante i! lavoro, l'uomo partecipa all'opera della creazione. Compiuto in unione con Cristo, i! lavoro può essere redentivo.

2461 Il vero sviluppo è quello dell'uomo nella sua integralità. Si tratta di far crescere la capacità di ogni persona a rispondere alla propria vocazione, quindi alla chiamata di Dio.

2462 L’ elemosina fatta ai poveri e una testimonianza di carità fraterna: è anche un’opera di giustizia che piace a Dio.

2463 Nella moltitudine di esseri umani senza pane, senza letto, senza fissa dimora, come non riconoscere Lazzaro, il mendicante affamalo della parabola?' Come non risentire Gesù: «Non l'avete fatto a me» (MI 25,45)?

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8. Non dire falsa testimonianza

Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo( Es.20,16)

Fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti (Mt 5,33)

2504 «Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo», {Es 20,16). I discepoli di Cristo hanno rivestito « l’'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera » (Ef 4,24).

2505 La verità o veracità è la virtù che consiste nel mostrarsi veri nelle proprie azioni e nell’esprimere il vero nelle proprie parole, rifuggendo dalla doppiezza, dalla simulazione e dall'ipocrisia.

2506 Il cristiano non deve vergognarsi « della testimonianza da rendere a! Signore» {2 Tm 1,8) in  atti e parole. Il martirio è la suprema testimonianza resa alla verità della fede.

2507 Il rispetto della reputazione e dell'onore delle persone proibisce ogni atteggiamento o parole di maldicenza o di calunnia.

2508 La menzogna consiste nel dire il falso con l'intenzione di ingannare il prossimo, il quale ha diritto alla verità.

2509 Una colpa commessa contro la verità esige riparazione.

2510 La « regola d'oro » aiuta a discernere. nelle situazioni concrete, se sia o non sia opportuno palesare la verità a chi la domanda.

2511 « Il sigillo sacramentale é inviolabile ». I segreti professionali vanno serbati. Le confidenze pregiudizievoli per altri non devono essere divulgate.

2512 La società ha diritto a un’ informazione fondata sulla verità, sulla libertà, sulla giustizia. E opportuno imporsi moderazione e disciplina nell'uso dei mezz'i di comunicazione sociale.

2513 Le belle arti. ma soprattutto l'arte sacra, «per loro natura, hanno relazione con l'infinita bellezza divina, che deve essere in qualche modo espressa dalle opere dell'uomo, e sono tanto più orientate a Dio e all’incremento della sua lode e delta sua gloria, in quanto nessun altro fine è loro assegnato se non di contribuire quanto più efficacemente possibile... a indirizzare pienamente le menti degli uomini a Dio ».

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9. Non desiderare la donna d’altri

Non desiderare la casa del tuo prossimo. Non desiderare la moglie del tuo prossimo, né lo schiavo, né la schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo (Es 20,17)

Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore (Mt 5,28)

2528« Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha gia commesso adul­terio con lei nel suo cuore » (Mt 5,28).

2529 Il nono comandamento mette in guardia dal desiderio smodato o concupiscenza carnale.

2530 La lotta contro la concupiscenza carnale passa attraverso la purificazione del cuore e la pratica della temperanza..

2531  La purezza del cuore ci farà vedere Dio: fini d’ora ci consente di vedere ogni cosa secondo Dio.

2532  La purificazione del cuore esige la preghiera, la pratica della castità, la purezza dell’intenzione e dello sguardo.

2533 La purezza del cuore richiede il pudore, che è pazienza, modestia e discrezione. Il pudore custodisce l’intimità della persona.

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10. Non desiderare la roba d’altri

Non desiderare…alcuna cosa appartenga al tuo prossimo (Es 20,17)

Non desiderare la casa del tuo prossimo, né il suo campo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, ne il suo asino, né alcuna delle cose che sono del tuo prossimo (Dt 5,21)

Là dov’é il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore (Mt 6,21)

2551 « Là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore » (Mt 6,21).

2552 Il decimo comandamento proibisce la sfrenata cupidigia generata dalla brama smodata delle ricchezze e del potere insito in esse.

2553 L'invidia è  la tristezza che si prova davanti ai beni altrui e l’irresistibile desiderio di appropriarsene. E un vizio capitale

2554 Il battezzato combatte l'invidia con la benevolenza, l'umiltà e l'abbandono alla Provvidenza di Dio.

2555 / cristiani « hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i desideri » (Gal 5,24); sono guidati dallo Spirito e seguono i suoi  desi­deri.

2556 Il distacco dalle ricchezze è indispensabile per entrare nel Regno del cieli. « Beati i poveri in spirito ».                               

2557 Il vero desiderio dell'uomo è: « Voglio vedere Dio ». La sete di Dio è estinta dall'acqua della vita eterna.                            

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         I due comandamenti della carità   

1.    Amerai il Signore tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.

2.    Amerai il prossimo come te stesso.

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         Le beatitudini evangeliche

1.    Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli.

2.    Beati i miti, perché possederanno la terra.

3.    Beati coloro che piangono, perché saranno consolati.

4.    Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati.

5.    Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia.

6.    Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

7.    Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

8.    Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.

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         I cinque precetti generali della Chiesa

1.    Partecipare alla Messa la domenica e le altre feste comandate.

2.    Santificare i giorni di penitenza, secondo le disposizioni della Chiesa.

3.    Confessarsi almeno una volta all’anno e comunicarsi almeno a Pasqua.

4.    Soccorrere alle necessità della Chiesa, contribuendo secondo le leggi o le usanze.

5.    Non celebrare solennemente le nozze nei tempi proibiti.

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         Le sette opere di misericordia corporale

1.    Dar da mangiare agli affamati.

2.    Dar da bere agli assetati.

3.    Vestire gli ignudi.

4.    Alloggiare i pellegrini.

5.    Visitare gli infermi.

6.    Visitare i carcerati.

7.    Seppellire i morti.

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         Le sette opere di misericordia spirituale

1.    Consigliare i dubbioso.

2.    Insegnare agli ignoranti.

3.    Ammonire i peccatori.

4.    Consolare gli afflitti.

5.    Perdonare le offese.

6.    Sopportare pazientemente le persone moleste.

7.    Pregare Dio per i vivi e per i morti.

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         I sette vizi capitali

1.    Superbia

2.    Avarizia

3.    Lussuria

4.    Ira

5.    Gola

6.    Invidia

7.    Accidia

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         I sei peccati contro lo Spirito Santo

1.    Disperazione della salvezza

2.    Presunzione di salvarsi senza merito

3.    Impugnare la verità conosciuta

4.    Invidia della grazia altrui

5.    Ostinazione dei peccati

6.    Impenitenza finale

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         I quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio

1.    Omicidio volontario

2.    Peccato impuro contro natura

3.    Oppressione dei poveri

4.    Frode nella mercede agli operai

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Tu ami tutte le tue creature, Signore, e nulla disprezzi di ciò che hai creato; tu dimentichi i peccati di quanti si convertono e li perdoni, perché tu sei il Signore nostro Dio.

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