Firenze si stringe attorno al Vescovo Maniago

 

 

 

 

8 settembre 2003

in un Duomo l’ordinazione ad ausiliare:

44 anni, amato da tutti i fedeli

 

 

12 luglio 2014

Papa Francesco nomina Maniago

 vescovo di Castellaneta

 

 

 

 

Ha ricevuto anello, mitra e pastorale con il volto visibilmente commosso, trattenendo a stento le lacrime. Poi, al segno della pace è quasi corso ad abbracciare i genitori, che invece sono scoppiati a piangere. È stato il momento più toccante della cerimonia di ordinazione di monsignor Claudio Maniago a vescovo ausiliare di Firenze, che si è svolta ieri pomeriggio nella cattedrale di Santa Maria del Fiore alla presenza di più di tremila persone, fra cui 21 vescovi e centinaia fra sacerdoti, suore e membri delle associazioni laicali diocesane. Suggestiva la presenza dei cavalieri di Malta e dei Templari della Magione di Poggibonsi, nei loro paramenti solenni.

La cerimonia, durata oltre due ore e mezza, è stata solenne, studiata nei minimi particolari, e c'era da aspettarselo da monsignor Maniago, direttore dell'Ufficio liturgico diocesano e amico fraterno di monsignor Piero Marini, maestro delle celebrazioni pontificie, anche lui presente in Duomo insieme al nunzio apostolico in Italia, monsignor Paolo Romeo. Nutrito il palco riservato alle autorità: da Roma è arrivato l'ex prefetto di Firenze Achille Serra, accanto a lui il sindaco Leonardo Domenici, l'attuale prefetto Gian Valerio Lombardi, i parlamentari fiorentini Bosi, Pistelli, Fuscagni, il presidente della Provincia Michele Gesualdi, assente invece il governatore della Toscana Claudio Martini, per la Regione il vice Angelo Passaleva e poi le autorità militari in alta uniforme. Tutti accorsi a prendere parte alla cerimonia di ordinazione del vescovo più giovane d'Italia, il 44enne Claudio Maniago, che già a 32 anni era provicario generale della diocesi, a 42 vicario generale, chiamato a questi ruoli di responsabilità dal suo maestro, il cardinal Silvano Piovanelli, ora arcivescovo emerito di Firenze.

È stato proprio Piovanelli a presiedere la celebrazione, coadiuvato da monsignor Antonelli e dal vescovo di Arezzo Gualtiero Bassetti, anche lui ordinato in questa cattedrale  l'8 settembre di nove anni fa.

Particolarmente suggestivo il rito di ordinazione episcopale:

il candidato è stato presentato al vescovo ordinante, che ha chiesto se l'elevazione all'episcopato aveva il permesso del Papa, quindi si è proceduto alla lettura del decreto di nomina pontificia del 18 luglio scorso. Poi, mentre il popolo e i presbiteri accompagnati dall'organo recitavano le litanie dei santi, Maniago è rimasto prostrato a terra per alcuni minuti, con faccia rivolta a terra e si è rialzato solo per inginocchiarsi davanti al cardinale Piovanelli. «Vuoi tu, fratello carissimo, adempiere fino alla morte il ministero a noi affidato dagli apostoli, che noi ora trasmettiamo a te mediante l'imposizione delle mani con la grazia dello Spirito Santo?» è stata la prima domanda che Maniago si è sentito rivolgere.

«Si, lo voglio» è stata la risposta, a cui hanno fatto seguito l'imposizione delle mani, l'unzione con il sacro crisma e la consegna di anello, mitra e pastorale. L'anello a simbolizzare la fedeltà alla Chiesa e la purezza di vita, la mitra «incorruttibile corona di gloria» e il pastorale « segno del ministero di pascere il gregge di Dio».

Fra i giuramenti del nuovo vescovo, come prescrive il rito, la promessa di riportare le pecorelle smarrite all'ovile di Cristo, di edificare la Chiesa che di Cristo è il corpo e di «custodire puro e integro il deposito della fede, secondo la tradizione conservata sempre e ovunque nella Chiesa fin dai tempi degli apostoli».

Particolarmente solenne e scenografica la chiusura della celebrazione: il novello vescovo ha percorso da solo la navata con i paramenti episcopali (la mitra è stata cucita dalle monache di Rosano), benedicendo la folla, che insieme ai vescovi e ai sacerdoti intonava un solenne Te Deum di ringraziamento.

Dopo la benedizione un fuori programma: il neovescovo ha preso la parola per ringraziare i presenti, la sua famiglia, Piovanelli, Antonelli e Giovanni Paolo II, per «le parole di padre amorevole rivoltemi nel decreto di nomina». Infine, quasi a voler sdrammatizzare la profonda commozione, il vescovo ha commentato, in tono familiare, mostrando la sua fiorentinità: «Se al mio babbo non gli prende un infarto stasera, non gli prende più».

 

Fabio Scafardi

Il Giornale della Toscana

martedì 9 settembre 2003

 

 

 

« Un’emozione che porterò per sempre nel mio cuore»

Parta il nuovo vescovo. Tra i messaggi quelli del prefetto Serra e di monsignor Marini

 

«In manus tuas», «nelle tue mani» è il motto che il vescovo ausiliare di Firenze ha scelto per stemma episcopale. Una mano destra alata che afferra il pastorale su campo azzurro, con una stella, simbolo di Maria stella del mattino. A testimonianza della devozione alla Vergine del neovescovo, che ha scelto come data dell'ordinazione proprio l’8 settembre, ricorrenza della Natività della madre di Cristo. «Porterò la cerimonia di stasera nel cuore per tutta la vita - sono state le prime parole da vescovo -, è stata un'esperienza grandissima: attraverso i riti e le preghiere abbiamo fatto esperienza del Signore risorto e presente in mezzo a noi». Commentando davanti alle tremila persone presenti il significato del motto prescelto, monsignor Maniago ha detto: «Il Signore mi chiama a fare il Vescovo nella sua chiesa e io ho detto: Signore nelle tue mani, è il ritornello che mi rimbomba nel cuore in questi giorni. Il Signore mi ha dato il ministero che inizio, e io gli chiedo di tenerlo fermo nelle sue mani: altrimenti per me non c'è speranza».

All'ordinazione era presente anche l'ex prefetto di Firenze Achille Serra, attuale prefetto della Capitale: «Oltre che per dovere sono qui per affetto - è stato il suo commento -, considero monsignor Maniago una persona straordinaria, un giudizio espresso prima di me dalla Chiesa, visto che sarà il vescovo più giovane d'Italia. E una persona con doti umane eccezionali, la mia è una presenza affettuosa, sono venuto apposta e ne sono contento».

Anche monsignor Plotti, arcivescovo di Pisa e presidente della Conferenza episcopale toscana ha espresso la sua gioia «perché la famiglia dei vescovi della regione aumenta: oltre a monsignor Maniago anche il coadiutore di Lucca, proveniente dalla diocesi di Faenza. Sono sicuro che lavoreremo in fraternità per il bene di questa terra, in spirito di collegialità».

Fra i presenti anche monsignor Piero Marini, maestro delle celebrazioni pontificie: «Voglio rendere presente la sollecitudine e l'affetto del Santo Padre - ha spiegato -, la nomina di un vescovo è un riconoscimento a tutta la chiesa locale, di cui il presbitero è figlio».

[FS]

 

 

 

IL CURRICULUM

 

Fiorentino, figlio di un cuoco

È sacerdote dall’aprile 1984

 

Figlio di un cuoco e di una casalinga friulani, monsignor Claudio Maniago è nato a Firenze l'8 febbraio 1959, ed ha sempre svolto la sua attività pastorale nella diocesi del capoluogo toscano.

Conseguita la maturità classica, è entrato nel Seminario Maggiore frequentando lo Studio teologico fiorentino. A Roma è stato alunno dell'Almo collegio Capranica, ed ha poi conseguito la licenza in Liturgia presso la Pontificia Università Sant'Anselmo.

È stato ordinato sacerdote il 19 aprile 1984 a Firenze dal cardinale Silvano Piovanelli.

E’ stato rettore del Seminario minore dal 1987 al 1994 e, in questo stesso periodo, direttore del Centro diocesano per le vocazioni. Nel 1991 è stato nominato direttore dell'Ufficio liturgico della Curia e membro della commissione ordinandi.

Nel 1994, l'allora arcivescovo Piovanelli lo ha nominato pro-vicario generale: dal 2001, infine, è vicario generale dell'Arcidiocesi.

 

 

Papa Francesco nomina Maniago

vescovo di Castellaneta (TA)

Mons. Maniago lascia Firenze.

 

L’abbraccio con S.E. Rev.ma

 Card.Giuseppe Betori

 

Firenze, 12 luglio 2014

IL COMMENTO DEL CARDINALE GIUSEPPE BETORI 

La nomina di Claudio Maniago a vescovo di Castellaneta è un gesto "di fiducia e di affetto del Papa nei suoi confronti e nei confronti della nostra comunità ecclesiale, un gesto per il quale dobbiamo gratitudine al papa": così il cardinale di Firenze Giuseppe Betori ha commentato l'annuncio dato oggi nel corso di un affollato incontro in arcivescovado a Firenze. Maniago è vescovo ausiliare e vicario generale del vescovo di Firenze ed ha svolto questo incarico per 11 anni, collaborando con tre cardinali: Silvano Piovanelli, che lo ordinò sacerdote e che oggi ha partecipato all'incontro per salutarlo, Ennio Antonelli e adesso Giuseppe Betori il quale ha anche precisato che Maniago "manterrà a Firenze le stesse competenze e funzioni di vicario generale fino a quando non prenderà possesso della diocesi di Castellaneta".

"La sua nomina dimostra la costante attenzione che il papa ha sempre avuto nei confronti di Maniago. Ogni volta che lo sento il Santo Padre mi chiede 'Come sta don Claudio?'. E' un grande segno di affetto e di fiducia", ha detto Betori. "Sono contento per lui, ma mi mancherà. Anche se resta intatto il nostro legame di affetto", ha poi aggiunto riferendosi al suo piu' stretto collaboratore. Betori ha anche riferito di aver parlato con alcuni vescovi pugliesi che gli hanno manifestato "gioia" per la nomina di Maniago. "La Puglia - ha aggiunto - è  una delle punte avanzate della pastorale italiana, dove è  tra l'altro molto significativa la presenza dell'Azione cattolica".