IL CRISTIANESIMO
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IL
CRISTIANESIMO
la religione cristiana , monoteista e
universale. Sotto
l'impero di Cesare Augusto nasce il Messia, il Cristo annunciato dai profeti
d'Israele. Egli
è tanto grande che il tempo si comincerà a contare da Lui su tutta la terra,
usando le espressioni: prima di Cristo e dopo Cristo. Gesù
Cristo è così importante che di Lui è scritto che, «pur essendo di natura
divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio;ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e
divenendo simile agli uomini;apparso in forma umana, umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'
ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome;perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei
cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù
Cristo è il Signore a gloria di Dio Padre» (Fil
2, 6-11). Egli
è dunque il Figlio di Dio, generato da Dio, il quale s'incarna per
manifestare sulla terra la pienezza di Dio, cioè che in Dio vi sono tre
Persone, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, e per compiere un'opera
indicibilmente grande: la redenzione, ossia la salvezza de] genere umano, che
col peccato era passato sotto il dominio di satana e che proprio a causa di
tale peccato, era destinato alla morte eterna. Il
Messia, il Cristo si chiamerà Gesù, che significa: "Dio salva". Ma quello che importa
comprendere bene è come Dio ci salva, cioè il modo di questa salvezza. Una volta accertato, per chiara rivelazione, come si è detto e ancora
si dirà, che la causa remota e prossima di tutto il male dell'uomo fino alla
morte e alla sua rovina eterna è il peccato, definito tale con meticolosa
precisione nella legge di Dio data a Mosè, l'unico modo per salvare l'uomo
dalla sua rovina era un rimedio che potesse liberarlo dal peccato. E ci chiediamo ancora: in
che modo? Per mezzo di una purificazione definitiva che sarebbe stata
possibile solo mediante una forza equivalente al peccato, ma di segno
contrario: il dolore. Però quella forza negativa non doveva essere fine a sé
stessa e quasi soltanto un debito pagato, ma doveva servire come un mezzo per
giungere a un tale rinnovamento dell'uomo che potesse
trattenerlo dal peccare, suscitando in lui l'odio, la repulsione, la totale e
definitiva rinuncia al peccato. Allora l'intento da
raggiungere era la purificazione dal peccato per la santificazione dell'uomo.
Una volta ottenuta la santificazione dell'uomo, egli poteva accedere di nuovo
a quella vita divina, eterna, dalla quale si era escluso mediante il suo
consenso al peccato. Ora quest'opera
grandiosa, difficilissima non poteva scaturire dall'iniziativa umana: nessun
uomo avrebbe potuto condurla a termine. La sola fredda osservanza della legge
non avrebbe potuto portare alla santificazione dell'uomo, come scrive san
Paolo. La
legge sarebbe stata solo il cammino obbligato verso quella liberazione
definitiva per l'instaurazione di una giustizia che doveva provenire non
dalle opere, ma dalla fede (cfr, Rm 3,20-26). E
allora Dio stesso prese l'iniziativa di quest'opera immane e... discese sulla
terra e s'incarnò, cioè si fece uomo per avere un corpo di carne che potesse
sperimentare il dolore. Questa
incarnazione, si e detto, è stata rivelatrice
dell'essenza divina: nel Dio unico si è rivelata la presenza di tre persone
come tre fasci diramantisi da un solo fascio di
luce: Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo. Il
Dio incarnato si definì Figlio di Dio, generato da Lui ab
aeterno e fatto esistere come uomo, come Figlio di Adamo dunque, ma nell'innocenza perfetta, nella
santità più assoluta: corpo di peccato, doveva cioè farsi
ricettacolo dei peccati degli uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi,
non in quanto Egli dovesse commettere tutti quei peccati, ma in quanto doveva
portarne il peso in quell'equivalente forza
negativa al peccato che è il dolore. Di
qui la scelta di un supplizio che doveva far soffrire il suo corpo di carne
in tutte le sue parti e nel modo più atroce: e non poteva esserci supplizio
più completo della somma dei supplizi che quel corpo volle portare su di sé;
dal sudore di sangue alla flagellazione, all'incoronazione di spine, al
trasporto di una pesante croce, fino alla crocifissione insieme alle
umiliazioni più cocenti, al disprezzo e al ripudio da parte di molti uomini e
all'estrema desolazione spirituale. Nella
sua morte e negli indicibili dolori che la precedettero Egli cancellava, consumava, annientava i
peccati di tutti gli uomini, come se Egli stesso li avesse commessi. San
Paolo poté dire così: «Non
c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. Poiché la
legge dello Spirito che da vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del
peccato e della morte, infatti ciò che era impossibile
alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha reso possibile:
mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in
vista del peccato, Egli ha condannato il peccato nella carne, perché la
giustizia della legge si adempisse in noi, che non camminiamo secondo la
carne, ma secondo lo Spirito» (Rm 8, 1-4). Per
conseguire questo scopo Gesù fu concepito dalla potenza di Dio nel grembo di
una Vergine per essere nello stesso tempo Figlio dell'uomo (cioè della natura
umana) e Figlio di Dio. Nacque
e visse nella povertà, perché solo una vita nella povertà poteva essergli
continua fonte di umiliazione e sofferenza e dai trenta ai trentatré anni
predicò la salvezza in ogni luogo della terra d'Israele, operando
innumerevoli guarigioni nel corpo e nello spirito, fino a ridare la vita ai
morti, e dimostrando, mediante la sua onnipotenza, di essere Dio. Non era facile vedere Dio
in un uomo, ma i profeti l'avevano annunciato lungo i secoli,affinché, quando sarebbe venuto sulla terra, i figli
d'Israele lo potessero riconoscere e accettare. Egli
era il Messia, il Re, l'Unto del Signore, il Re di un regno eterno messo ora
alla portata degli uomini, perché proprio Lui ne avrebbe aperto loro le
porte. Egli
era quel "Figlio dell'uomo" che il profeta Daniele, circa seicento
anni prima, in visione, aveva contemplato presentarsi dinanzi all'Altissimo
per ricevere un dominio assoluto e definitivo su tutti i viventi: «Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco
apparire, sulle nubi del cielo, uno, simile a un figlio di uomo; giunse fino
all'Antico di giorni e fu presentato a Lui, che gli diede potere, gloria e
regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un
potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai
distrutto» (Dn 7,13-14). E,
dopo quella breve vita terrena e quell'atrocissima
morte, Gesù, Figlio dell'uomo e Figlio di Dio, risuscitò e fu visto, vivente,
da molti e da molti fu visto ascendere al cielo. Dopo
la sua ascensione, a tutti coloro che avrebbero creduto in Lui poté essere
donato lo stesso Spirito di Dio, Io Spirito Santo, e cioè quel dono divino
che, come ancora si dirà più avanti, doveva trasformare interiormente i figli
di Adamo sino a far loro odiare il peccato e a colmarli di amore per Dio, loro Padre, nella santità della verità. Questo
sarebbe avvenuto a una sola condizione: la fede in Gesù Cristo, l'unigenito
Figlio di Dio. Così
il diavolo tentatore fu vinto, così fu vinta la morte, perché è scritto: «In
verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a Colui che mi
ha mandato ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato
dalla morte alla vita» (Gv 5, 24). C'è ancora un tempo di
prova per la terra, ma ormai la via della salvezza per l'uomo è aperta
davanti a lui e questa via e Gesù. |
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Alcuni passi biblici
che rivelano l'insuperabile grandezza di Gesù Cristo
«In
principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli
era in principio presso Dio: tutto e stato fatto per mezzo di Lui, e senza di
Lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In Lui
era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle
tenebre, ma le tenebre non l' hanno accolta…E il Verbo si fece carne e venne
ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di
unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità…Perché la legge fu data per
mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio nessuno l' ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del
Padre, Lui lo ha rivelato» (Gv 1, 1-5, 14,
17-18). Questo
passo concorda con il primo capitolo della Lettera agli Ebrei, scritta
nel I secolo d. C, e non più tardi dell'anno 70: «Dio, che aveva già
parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo
dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del
Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha
fatto anche il mondo. Questo Figlio, che è irradiazione della sua gloria e
impronta della sua sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua parola,
dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, si è assiso alla destra
della maestà nell'alto dei cieli ed è diventato tanto superiore agli angeli
quanto più eccellente del loro e il nome che ha ereditato. Infatti a quale degli angeli Dio ha mai detto: Tu
sei mio Figlio, oggi ti ho generato? E
ancora: Io
sarò per Lui Padre ed Egli sarà per Me Figlio? E
di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice: Lo
adorino tutti gli angeli di Dio. E
mentre degli angeli dice: E’ Lui che fa i
suoi angeli come venti e i suoi ministri come fiamma di fuoco
del
Figlio invece afferma: Il tuo trono, o
Dio, sta in eterno
e: Scettro di equità è lo
scettro del tuo regno;hai amato la giustizia e
odiato l'iniquità,perciò ti unse Dio, il tuo Dio,con olio di esultanza più
dei tuoi compagni. E ancora: Tu, Signore, da principio
hai fondato la
terra e opera delle lue mani sono i
cieli. Essi periranno, ma tu rimani;invecchieranno
tutti come un vestito.Come un mantello li
avvolgerai,come un abito, e saranno cambiati;ma tu
rimani lo stesso e gli anni tuoi non avranno fine. A
quale degli angeli poi ha mai detto: Siedi
alla mia destra,finché io non abbia posto i tuoi
nemici come sgabello dei tuoi piedi?»
(Eb 1, 1-13). In Gesù c'è la
pienezza della divinità
Nel primo capitolo della Lettera
di san Paolo ai Colossesi, scritta entro la
seconda mela del I secolo d.C.,
leggiamo: «E
Lui (Dio Padre) infatti che ci ha liberati dal
potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per
opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati,Egli è immagine
del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; poiché per mezzo di Lui
sono state create tutte le cose, quelle nei cicli e quelle sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:Troni, Dominazioni,Principati e Potestà.
Tutte le cose sono state create per mezzo di Lui e in vista di Lui, Egli è
prima di tutte le cose e tutte sussistono in Lui. Egli e anche il capo del
corpo, cioè della Chiesa, il principio, il primogenito di coloro che
risuscitano dai morti,per ottenere il primato su
tutte le cose. Perché piacque a Dio di fare abitare in Lui ogni pienezza e
per mezzo di Lui riconciliare a Sé tutte le cose, rappacificando con
1ilsangue della sua croce, cioè per mezzo di Lui, le cose che stanno sulla
terra e quelle nei cieli» (Col I, 13-20). Perché Gesù Cristo ha
"un nome superiore ad ogni altro nome"
Nella Lettera di san
Paolo ai cristiani della città di Filippi, è.
scritto: «Abbiate
in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù,il
quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua
uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso,assumendo la condizione di servo e
divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l' ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di
sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio ripieghi nei
cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù
Cristo è il Signore a gloria di Dio Padre» (Fil
2, 5-11). Ecco il fine per il
quale l'uomo è stato creato e qual è la mèta che deve raggiungere
Nella Lettera di san
Paolo agli Efesini è scritto: «Benedetto
sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione
spirituale nei cieli, in Cristo. In Lui ci ha scelti prima della creazione
del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità,
predestinandoci a essere suoi figli adottivi per
opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a
lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto; nel
quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati
secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l' ha abbondantemente riversata
su di noi con ogni sapienza e intelligenza, poiché Egli ci ha fatto conoscere
il mistero della sua volontà, secondo quanto, nella sua benevolenza, aveva in
Lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di
ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della
terra» (Ef 1,3 -10). Il male non ci sarà più. Dio farà nuovi
cieli e nuova terra. Gesù Cristo si definisce Principio e Fine San Giovanni descrive così,
nell'Apocalisse, l'epilogo della storia umana e il trionfo di Cristo: «Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra,
perché il ciclo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c'era più.
Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio,
pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente
che usciva dal trono: "Ecco
la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di
loro ed essi saranno suo popolo ed Egli sarà il Dio-con-loro
e tergerà ogni lacrima dai loro occhi, non ci sarà più la morte, né lutti, né
lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate". E Colui che sedeva sul trono disse: "Ecco, io
faccio nuove tutte le cose"; e soggiunse: "Scrivi, perché queste
parole sono certe e veraci.
Ecco, sono compiute! Io sono l'Alfa e l'Omega, il Principio e la Fine. A
colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte della vita. Chi
sarà vittorioso erediterà questi beni; io sarò il suo Dio ed egli sarà mio
figlio. Ma
per i vili e gl'increduli, gli abietti e gli omicidi, gl'immorali, i fattucchieri,
gli idolatri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e
di zolfo. E questa la seconda morte"» (Ap
21, 1-S). Il «Credo», sintesi di tutta la dottrina cristiana
Il
Credo cristiano fu formulato in parte durante il Concilio di Nicea del
325 e completato definitivamente durante il Concilio di Costantinopoli del
381, per asserire la divinità di Gesù, che era stata negata da un prete di
Alessandria d'Egitto di nome Ario, e la divinità dello Spirito Santo, che era
stata anch'essa impugnata dai seguaci di Ario. Per questo esso viene denominato "Simbolo niceno-costantinopolitano".
E il Credo che si recita (o si canta) oggi in tutto il mondo durante
ogni santa Messa festiva. «Credo
in un solo Dio, PADRE onnipotente, creatore del ciclo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo
in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito FIGLIO di Dio, nato dal Padre
prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero;
generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di Lui tutte
le cose sono state create. Per
noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e, per opera dello
Spirito Santo, si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è Fatto uomo. Fu
crocefisso per noi sotto Ponzio Filato, morì e tu sepolto. Il terzo giorno è
risuscitato secondo le Scritture, è salito al Cielo, siede alla destra del
Padre. E
di nuovo verrà nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo Regno
non avrà fine. Credo nello SPIRITO SANTO, che è Signore e da
la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è
adorato e glorificato, e ha parlare per mezzo dei Profeti. Credo
la CHIESA, una, santa, cattolica e apostolica.
Professo un solo Battesimo per la remissione dei peccati. Aspetto la
risurrezione dei morti e la VITA DEL MONDO CHE VERRÀ. Amen.» In
quale religione sono definiti con tanta chiarezza l'esistenza del Creatore di
tutte le cose e il modo della sua rivelazione all'umanità fino all'annuncio
dell'ultima meta che l'uomo potrà raggiungere? Le ragioni profonde che fanno del cristianesimo l'unica
vera religione
La
linea di discriminazione tra ogni religione e la religione cristiana è la
vittoria di questa sul peccato. Si
è visto che, in maggiore o in minore misura, in tutte le religioni emerge la
realtà del peccato, cioè del disordine morale come causa di male. Male per l'individuo che sente di doverlo scontare
magari con la reincarnazione o metempsicosi; male come forza negativa che
prima o poi gli ricade addosso; male come offesa recata a Dio che dev'essere riparata con sacrifici al fine di evitare il
suo castigo; male come elemento di grande disturbo nella società, il quale
può disgregarla e addirittura distruggerla, come avviene nelle rivolte
popolari, nelle guerre, nel banditismo, ecc. Il
peccato, in tutti i suoi aspetti (omicidio, furto, adulterio, menzogna,
egoismo, crudeltà, superbia…), finisce per distruggere l'uomo che lo commette
e per provocare conflitti interumani catastrofici per la stessa vita della
terra, Si
può dunque dire che il peccato e ogni disordine morale costituiscono quella
spaventosa realtà che ha penetrato e quasi formato
il tessuto della storia umana dai suoi primordi. L'Apostolo Paolo dichiara
con fermezza: «Quindi, come a causa di un solo uomo
(Adamo) il peccato e entrato nel mondo e con il peccato la morte, cosi anche
la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato» [Rm 5, 12). E
questa è la grande rivelazione della religione cristiana, In
tutti i tempi e a tutte le latitudini la morte è vista come un male
ineluttabile. Orbene,
nessuna religione, eccetto la religione cristiana, può proclamare all'uomo la
liberazione dalla morte, la definitiva vittoria sulla morte, l'annientamento
della morte. Nella
religione cristiana, al contrario, tutto gravita intorno a questa incredibile
e meravigliosa rivelazione: la morte non ci sarà più, l'uomo potrà vivere in
eterno, perché c'è stato Uno che ha vinto la causa della morte che è il
peccato. E
come ha vinto il peccato? Lo si è già detto:
facendolo morire in Sé, estinguendolo nel fuoco del suo dolore, poiché,
essendo Egli innocente, puro e santo, si fece ricettacolo di tutti i peccati
del mondo per consumarli nello strazio della sua morte. I peccati di tutti
gli uomini sono distrutti in Lui. «Ma»
- dirà qualcuno - «a tutt'oggi il mondo è pieno di
peccati e quindi di tutti i mali che ne derivano. In che modo quell'Uno li ha distrutti»? In
questo modo: chiunque crede che Egli ha sofferto,
pagando anche per i suoi peccati, fruisce della remissione di quei peccati. Uno
ha pagato per tutti: dal momento in cui un'anima accetta di credere in Lui,
essa si purifica: è come se non avesse mai peccato, Poiché
il morire nel peccato significa perdere la vita eterna, ecco che il morire
purificati da ogni peccato significa ottenere la vita eterna, E questa si
chiama salvezza. Gesù
ridona la salvezza e quindi la vita eterna a tutti coloro che crederanno che
Egli ha sofferto ed è morto in croce per scontare i loro peccati. Per
quelli che non crederanno in Gesù Cristo, e quindi non vorranno fruire del
suo sacrificio sarà come se Egli non fosse venuto sulla terra, andranno in
perdizione. A
quelli che non crederanno in Lui per non averne mai sentito parlare sulla
terra sarà offerta la conoscenza della salvezza operata anche per loro dopo
la morte, come fu offerta a tutti coloro che morirono prima della sua venuta,
secondo quanto scrive san Pietro: «Anche
Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti,
per ricondurli a Dio; messo a morte nella carne, ma
reso vivo nello spirito. E in spirito andò ad annunziare la salvezza anche
agli spiriti che attendevano in prigione [nella prigione della morte]; essi
avevano un tempo rifiutato di credere quando la magnanimità
di Dio pazientava nei giorni di Noe, mentre si fabbricava l'arca...» [1 Pt 3, 18-20), Naturalmente
dal momento in cui uno crede in Gesù (e la sua fede viene
significata nel Battesimo) dev'essere una nuova
creatura, perché è come se rinascesse nella purezza assoluta. Il
sacrificio di Gesù toglie via da ogni anima il marchio del peccato originale,
cioè del peccato commesso da Adamo e trasmesso come un male ereditario ad
ogni uomo. «Come
dunque per la colpa di uno solo si e riversata su
tutti gli uomini la condanna, cosi anche per l'opera di giustizia di Uno solo
si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che da vita. Similmente,
come per la disobbedienza di uno solo tutti sono
stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di Uno solo tutti
saranno costituiti giusti» (Rm 5, 18-19). Ma,
poiché rimane la debolezza dell'essere umano a mettere in pericolo la purificazione
ottenuta col Battesimo, ecco che Gesù offre la possibilità di ritornare di
volta in volta nell'immacolatezza dell'anima
mediante il perdono di ogni peccato commesso dopo il Battesimo, perdono
ottenuto però sempre e soltanto nel suo nome e in forza del suo sacrificio,
per quel mandato lasciato ai suoi discepoli con le parole: «Ricevete lo Spirito Santo;
a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete
resteranno non rimessi» (Gv 20,22-23), Con
queste parole Gesù istituì il sacramento della Riconciliazione, che e fonte
di vita e di grazia per ogni peccatore. Inoltre
al credente in Gesù viene dato l'immenso dono dello
Spirito Santo. Nella
potenza dello Spirito Santo il credente in Cristo diviene un uomo nuovo, con
un cuore nuovo, in modo tale che non ha più bisogno di essere guidato dalla
legge di Dio nella sua vita spirituale, perché egli ama tale legge e non gli
è più un peso il seguirla. Nello Spirito Santo il credente odia il male e non
prova più alcuna attrattiva per le cose del mondo. Egli
vive nella verità, nella giustizia e nell'amore, perché in questo consiste il
dono della grazia divina. Il regno dei
cielo è entrato in lui. La
grazia di Dio, l'essere in stato di grazia è dono particolarissimo dei veri
credenti.Si veda dunque la grande differenza tra la
purificazione dal peccato compiuta una volta l'anno con un giorno di digiuno
dal pio israelita e la purificazione dal peccato ottenuta una volta per
sempre da Gesù con il sacrificio di sé stesso. E
scritto nella Lettera agli Ebrei: «Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani"
d'uomo, figura di quello vero, ma nel ciclo stesso, per comparire ora al
cospetto di Dio in nostro favore e non per offrire Sé stesso più volte, come
il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui. In
questo caso, infatti, avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del
mondo. Ora invece una volta sola, nella pienezza dei tempi, è apparso per
annullare il peccato mediante il sacrificio di Sé stesso. E come è stabilito
per gli uomini che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio,
così Cristo, dopo essersi offerto una volta per tutte allo scopo di togliere
i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione col
peccato, a coloro che l'aspettano per la loro salvezza. Avendo infatti la legge solo un'ombra dei beni futuri e non la
realtà stessa delle cose, non ha il potere di condurre alla perfezione. per mezzo di quei sacrifici che si offrono continuamente
di anno in anno, coloro che si accostano a Dio. Altrimenti non si sarebbe
forse cessato di offrirli, dal momento che i fedeli, purificati una volta per
tutte, non avrebbero ormai più alcuna coscienza dei peccati? Invece per mezzo
di quei sacrifici si rinnova di anno in anno il ricordo dei peccati, poiché è
impossibile eliminare i peccati con il sangue di tori e di capri. Per questo,
entrando nel mondo, Cristo dice: Tu
non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non
hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora
ha detto: Ecco, io vengo - poiché di me sta scritto
nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà. Dopo aver detto prima: non hai voluto e non hai gradito né sacrifici
né offerte, né olocausti ne sacrifici per il
peccato, cose tutte che vengono offerte secondo la Legge [di Mosè],
soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Con ciò stesso Egli
abolisce il primo sacrificio per stabilirne uno nuovo. Ed e appunto per
quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell'offerta del
corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre.
Ogni
sacerdote [ebreo] si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e ad
offrire molte volte gli stessi sacrifici che non possono mai eliminare i
peccati. Egli al contrario,
avendo offerto un solo sacrificio per i peccati una volta per sempre, si è
assiso alla destra di Dio, aspettando ormai solo che i suoi nemici vengano
posti sotto i suoi piedi. Poiché con un'unica oblazione Egli ha reso perfetti
per sempre quelli che vengono santificati. Questo ce lo attesta anche lo Spirito Santo. Infatti, dopo aver
detto: Questa
è l'alleanza che io stipulerò con loro dopo quei giorni, dice il Signore: io
porrò le mie leggi nei loro cuori e le imprimerò nella loro mente, dice: E
non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità. Ora,
dove c'è il perdono di queste cose,non c'è più
bisogno di offerta per il peccato» (Eb 9,
24-28; 10, 1-18). Gesù
è ora l'unico sommo sacerdote che ha dato Sé stesso e perciò è anche l'unica
vittima che possa essere offerta al Padre per l'espiazione di tutti i peccati
del mondo e (lo ripeto) una volta per tutte. |
Ora ci chiediamo:
quale religione ci presenta un suo fondatore che abbia dato la propria vita
per la salvezza del mondo?
E
Gesù, morto crocefisso per la salvezza di tutti gli uomini, e forse rimasto
nei legami della morte? Egli
è risorto! E veramente risorto! Quale
religione ci presenta il suo fondatore risorto da morte? Gesù,
con la sua risurrezione, ha dimostrato di essere Figlio di Dio, Gesù,
dopo la sua risurrezione, è asceso al cielo alla vista di molti, ai quali fu
annunziato in quel momento che Egli sarebbe tornato sulla terra alla fine dei
tempi come giudice dei vivi e dei morti e tutte le genti l'avrebbero visto nelle sua insuperabile maestà. Quale fondatore di
religione ha fatto qualcosa di simile?
Dopo
l'ascensione di Gesù al cielo fu dato ai suoi discepoli lo Spirito Santo, per
la cui potenza essi parlarono in tutte le lingue e ottennero sapienza,
forza e ardimento fino a dare la vita per testimoniare la loro fede, dopo
aver operato miracoli strepitosi fino a risuscitare i morti. Quale
fondatore di religione fu in grado non solo di compiere miracoli, quali
quelli compiuti da Gesù, ma anche di rendere capaci altre persone di tare
miracoli? Questo
miracolo dei miracoli Gesù lo fece semplicemente proferendo poche parole:
andate, guarite gli infermi, scacciate i demoni, risuscitate i
morti, poiché «sarete rivestiti di potenza dall’ alto» (Lc
24, 49). Tutto
questo fu voluto compiuto affinché le genti
credessero che Gesù Cristo è il Figlio di Dio, rivelazione dell'unico vero
Dio, creatore dell'universo,
e affinché a Lui solo dessero gloria, annientando e calpestando tutti i loro
inutili idoli. Tutto
questo fu fatto perché, mediante la fede in Gesù Cristo e la remissione dei
peccati, molti potessero ottenere di vivere in eterno la stessa vita di Dio,
come è scritto: «Carissimi,
noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora
rivelato. Sappiamo però che, quando Egli si sarà manifestato, noi saremo
simili a Lui, perché Lo vedremo cosi come Egli è» (1 Gv3,2). Quale
religione ha libri sacri brevi, chiari, esaurienti, con un luminosissimo
annuncio di santità, di salvezza, di rivelazione delle altissime realtà di
Dio, quali quelli della religione cristiana? Quale
religione può offrire a Dio un sacrificio di valore inarrivabile e insostituibile
in ogni momento del giorno e della notte a tutte le latitudini, qual è il
sacrificio di Gesù su tutti gli altari del mondo? Infatti
ogni giorno, ad ogni ora, in ogni luogo, vengono celebrate innumerevoli
Messe, con la partecipazione d'innumerevoli fedeli, e la Messa è il
sacrificio incruento di Cristo. Quale
religione offre ai suoi fedeli la possibilità di un'intima unione con il loro
Dio, qual è quella della Comunione eucaristica, in cui è presente Gesù, il
quale dichiara: «Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del
mondo» (Mt 28, 20)? Se
è vero che i musulmani sono chiamati a pregare Dio cinque volte al giorno, non è forse vero che i cristiani sono esortati
a pregarlo, non solo
partecipando quotidianamente al divino sacrificio della Messa, ma anche
pregando «incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello
Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza…» (Ef 6,18), per essere in costante comunione con
Lui? In
quale religione vi sono potenti aiuti spirituali qual è quello della Madre di
Gesù, che veglia, assiste e riconduce a Dio tante anime mediante apparizioni
convalidate da strepitosi miracoli? Maria
di Nazaret non è una dea equiparabile alle divinità
invocate dagli induisti o dai buddisti: è una creatura eletta che, dopo aver
dato la vita umana al Figlio di Dio (o, in altre parole, dopo aver reso
possibile l'incarnazione del Figlio di Dio col suo consenso al disegno del
Padre), ha continuato
ad operare nel mondo per la salvezza delle anime. Lo ripeto: le numerose apparizioni di Maria sulla terra non hanno
avuto altro scopo che quello di ricondurre le anime a Dio mediante la fede in
Gesù Cristo.
Quale religione può vantare
una così grande ricchezza di doni celesti? E
come Maria, la madre di Gesù, sono stati suscitati nel
mondo uomini e donne che hanno saputo raggiungere altissimi gradi di
santità nell'eroismo di ogni virtù, ottenendo di compiere grandi opere:
fondazioni di ospedali, di orfanotrofi, di luoghi di aiuto e di assistenza
per i poveri, per gli incurabili, per i nati deformi, o conventi di clausura
per praticare la preghiera incessante in un'aspra vita di penitenza e di
rinunce, o scuole di educazione e di formazione religiosa per i giovani. E
questo anche nelle più lontane regioni della terra. Quale
religione dunque può vantare una così grande fioritura di opere caritative e
benefiche come la religione cristiana? E
da chi può essere tratta una tale fecondità di buone opere se non da quell'unica potentissima sorgente di bene che è il Dio
vivente, rivelatesi nel suo Figlio unigenito Gesù il Cristo, nella potenza
dello Spirito Santo? Lungo
i secoli si avverarono e continuano ad avverarsi le parole di Gesù: «In
verità, in verità vi dico: anche chi crede in me compirà le opere che io
compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. Qualunque cosa
chiederete nel nome mio la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio.
Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò... Se rimanete in me e
le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato...
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché
andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga,
perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome ve lo conceda.
Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri» ([Gv
14, 12-14; 15, 7, 16-17). E
infine quale religione e ancorata a una Chiesa istituita dal suo fondatore
per tenere ben saldi i suoi principi dottrinali, per combattere le eresie,
per formare testimoni e apostoli di Cristo che continuino ad annunziare di
secolo in secolo, «fino agli estremi confini della terra», il lieto annunzio
della salvezza operata da Dio in Gesù Cristo? Si
confrontino pure tutte le religioni con la religione cristiana; nessuna potrà
esserle paragonata: essa è veramente quel monte più alto di tutti i monti,
come e scritto nel Libro del profeta Isaia, al quale finalmente un giorno
tutte le genti saliranno: «Alla
fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà eretto sulla cima dei
monti e sarà più alto dei colli; ad esso
affluiranno tutte le genti, Verranno molti popoli e diranno: "Venite,
saliamo sul monte del Signore, d] tempio del Dio di Giacobbe, perché
ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri". Poiché
da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli
sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti popoli. Porgeranno
le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un
popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno
più nell'arte della guerra. Casa
di Giacobbe, vieni, camminiamo nella luce del Signore. ...Sarà
piegato l'orgoglio degli uomini, sarà abbassata l'alterigia umana; sarà
esaltato il Signore, Lui solo, in quel giorno...» (Is 2, 2-5, 17). Il
monte più alto di tutti i monti sarà la santa Chiesa, che è l'unione di tutti
i credenti in Gesù, Figlio di Dio, A questa Chiesa Gesù diede un capo,
Pietro, affinché essa avesse, nei successori di Pietro, fino alla fine dei tempi,
uno che facesse sulla terra le veci di Cristo, I
dodici discepoli di Gesù ebbero dunque dei successori, i vescovi e i
presbiteri (o sacerdoti), ai quali fu dato il potere di rimettere i peccati
nel nome di Gesù e di offrire ogni giorno il suo sacrificio incruento su
tutti gli altari del mondo. Questa è la religione
cattolica. |
Dal libro: PERCHE’ TUTTE LE RELIGIONI NON SONO UGUALI di A.Maria Cenci