I Luoghi della Fede a Calenzano |
CHIESA DI SANTA
MARIA DELLE GRAZIE
A CAPALLE
Mosaico di particolare
interesse che rappresenta la Madonna col Bambino in atto di donare grazia. Il
mosaico riproduce in forma ridotta una parte dell’originale realizzato presso
l’omonima chiesa di S. Giovanni Rotondo. Lavoro eseguito dalla Mosaici M. Mellini
nel 1968 |
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NUOVA
CHIESA DI “ S. MARIA MADRE DI DIO” |
PIEVE SAN DONATO A CALENZANO
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CHIESA SANTA MARIA DELLE GRAZIE A CAPALLE
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CHIESA SANTA MARIA A TRAVALLE
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La funzione storica delle pievi
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PIEVE SAN DONATO |
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Edificata in cima al Colle di San Donato lungo il
percorso di una delle vie romane che univano Firenze a Bologna. La Pieve di San Donato, detta "Sancti Donati siti Marinae"
o tra le due Marine, è anteriore all'anno Mille; dedicata al Santo di epoca Longobarda si fa risalire al IX o X secolo. E’ fra le più
antiche e importanti chiese del territorio. Il più antico documento che ci
rimane è del 1° giugno 1020. |
Era più piccola e più bassa e sembra che solo il campanile
nella parte inferiore sia di quel periodo. La Pieve fu collegiata fino alla metà del XIV
secolo, anche se in condizioni precarie; ospitava, cioè, a vita comune i
rettori delle chiese dei territorio ad essa
soggetto. La vicinanza al castello
di Calenzano e alla strada che si inerpicava verso Combiate(Mugello),
determinò tristi avvenimenti anche per la Pieve per le lotte e i saccheggi
dei vari "signori" del tempo. |
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Verso la metà del 1400, la potente famiglia dei Medici
ricevette il patronato dell'ambita Pieve e lo mantenne per un paio di secoli.
Sotto di essa, la chiesa subì radicali restauri e trasformazioni. Nel 1460 il pievano Carlo de' Medici, figlio di
Cosimo il Vecchio, ricostruì la chiesa, il chiostro, la canonica e la adiacente villa vecchia, rendendo il complesso simile
all'attuale. Giovanni de' Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico,
fu parroco e curò questa chiesa, prima di diventare papa, nel 1513, col nome
di Leone X.
Il cardinale Alessandro
de' Medici, pievano di San Donato dal 1570, prima di essere Arcivescovo di
Firenze e poi eletto papa, nel 1605, col nome di Leone XI, curò il restauro della
chiesa con le tre navate, completamente affrescate con figure e storie di San
Donato e altri santi, ad opera del pittore Giovanni
Balducci, detto Cosci. Conclusi i lavori, la Chiesa fu consacrata dallo
stesso Alessandro il 1 ° gennaio 1598. Del ciclo pittorico cinquecentesco non rimane oggi
traccia. |
Nel Settecento, la
famiglia dei Bardi, che aveva il patronato della Pieve, vi fece di nuovo
restauri e stravolgimenti: la chiesa fu innalzata e trasformata sia
all'interno che all'esterno, la vecchia facciata a
pietra fu coperta d'intonaco e stucchi decorativi, assumendo il volto barocco
che conserva tuttora. Ne! 1784, per la soppressione dei beni ecclesiastici
del Granduca Pietro Leopoldo di Toscana, la chiesa fu espropriata della
grandiosa canonica che vediamo. Nel 1799 la Pieve di San Donato fu dichiarata Propositura. |
( Fonte:Parroco della chiesa di San Donato a Calenzano) |
PIEVE SAN NICCOLO’ |
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All’interno delle mura di Calenzano è la chiesa
dedicata a San Niccolò. Si trova nella parte più elevata del colle, dove era
il primitivo cassero dei potenti Conti Guidi di Modigliana,
primi signori del castello di Calenzano. La sua ubicazione al margine della
zona più elevata del colle, e in prossimità del cassero, lascia presumere che
la sua nascita sia legata a quella del castello stesso, del cui primo nucleo
fu la chiesa castellana. |
La prima menzione documentaria risale al 1260 negli
elenchi del Libro di Montaperti. Il popolo di S.
Nicholai de Calenzano doveva fornire il pane
per l’esercito guelfo. Fu proprio l’appartenenza al partito guelfo che, dopo
la disfatta di Montaperti, segnò per il popolo di
san Niccolò la sua condanna. Il libro dei danni redatto nel 1269
elenca le massicce distruzioni perpetrate dai Ghibellini ai danni del
castello di Calenzano.Nel corso della seconda metà
del Trecento la chiesa venne restaurata con il contributo di numerosi lasciti
di persone del luogo e, nel 1386 fu riconsacrata da Antonio, Vescovo di
Fiesole, come ricorda l’epigrafe murata sul fianco destro. Nell’ambito degli ammodernamenti trecenteschi vennero eseguiti gli affreschi di Jacopo e Nardo di Cione. Nel 1602 il rettore di Calenzano fece imbiancare le
pitture trecentesche e fece riaffrescare le pareti
della chiesa da un pittore alla moda, Domenico Cresti
detto il Passignano con l’approvazione dei patroni,
i Ginori. Nel 1650 il nuovo rettore, padre Regale Pieraccini fece nuovamente imbiancare la canonica e la
chiesa cancellando, dopo solo quarant’anni, le pitture del Passignano. Il Pieraccini fa costruire
un nuovo altare progettato da Giovanni Caesi,
rettore della Chiesa di Santo Stefano in Baroncoli,
prete-pittore, autore in quest’ultima veste del quadro posto sull’altare.
L’anno successivo, sempre il Caesi è incaricato di
eseguire un quadro che rappresenta il miracolo di Sant’Agata, da porsi
sull’altare della Santa, costruito al posto di uno antico alla destra
dell’altare maggiore. Nel 1654 il Pieraccini
face restaurare il campanile rovinato in parte dalle guerre di trecento
anni prima. Il rettore lo fa rialzare merlare e intonacare,
gli fa mettere in cima e mezzo una croce di ferro e sua banderuola.
Un’immagine del campanile dopo il restauro, cuspidato e merlato, è in disegno
conservato in canonica. L’intraprendenza del Pieraccini,
che finanziava di tasca propria molti lavori, venne
infine premiata. Nel 1655, durante la visita dell’Arcivescovo di Firenze,
Francesco Nerli, per porre fine alla lunga lite fra
la chiesa del castello e la pieve madre di san Donato, San Niccolò viene innalzata al grado di Prioria. Al Pieraccini succedettero
Priori che si prodigarono per restaurare ed abbellire ulteriormente la
chiesa. In data Oggi, all’interno la situazione è molto cambiata
rispetto alla descrizione tardo settecentesca. Dei sei altari ne sono rimasti solo due. I saggi su
gli affreschi hanno portato alla luce smozzicati i resti di Nardo di Cione: un Martirio di San Sebastiano sulla parete
di destra , una Natività e Santi nel
fondo della chiesa, un’ Annunciazione nella cappella a sinistra
dell’altare maggiore. Iacopo di Cione,
Annunciazione Anche il campanile si presenta modificato rispetto a
quello degli inizi del settecento.
Fonte: Calenzano e la Val Marina ( Daniela Lambertini) |
PIEVE SANTA MARIA A CARRAIA |
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La localizzazione della pieve è di particolare
interesse: fu fondata infatti nel villaggio di
Carraia, in una zona ricca di ricordi romani, nei pressi della Chiusa dove i romani
derivavano le acque per l’acquedotto di Firenze. |
E’ lecito affermare che la Pieve di Santa Maria
dovette venire fondata avanti il Mille. Un atto del
Novembre 1065 parla di terre affittate dal vescovo fiorentino Ribaldo in località
Vico di Giorgio presso Carraia. Nell’Agosto del 1260 la pieve è elencata fra
i popoli facenti capo al Sesto fiorentino di Porta Duomo. Michele Cortigiani,
patrono e plebano, alla fine del XV secolo
commissionò per l’altare maggiore della chiesa una Assunzione
della Vergine, che ancora si conserva, dove lui stesso è raffigurato in
preghiera all’angolo destro della pala.
Il suo
successore Lorenzo di Carlo della Tosa ricostruì la
canonica, sul lato sinistro della chiesa come la vediamo ancora oggi nelle
inconfondibili linee cinquecentesche.Molti pievani
che si susseguirono fra il XVIII e XX secolo furono vivaci promotori di
trasformazioni e restauri. L’organo ottocentesco, in mancanza di cantoria fu
collocato in una stanza attigua; il suono viene
diffuso da una finestra aperta appositamente in chiesa. Ambito di Lorenzo di Credi, Madonna della Cintola Fonte: Calenzano e la Val Marina ( Daniela Lambertini) |
PIEVE SAN SEVERO A LEGRI |
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Troviamo la Pieve di san Severo fra le case del
piccolo borgo di Legri, a destra della Marinella. E’ la più antica pieve del territorio arrivata a noi
nella sua versione romanica, quasi integra.San Severo era localizzata sulla antica strada che
conduceva in Mugello, arrivando da Settimello e Sommaia e risalendo la valle della Marinella. |
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Sappiamo che la chiesa è
molto antica, ma è difficile stabilirne la data di fondazione. Un’iscrizione
rinvenuta nel 1748 nella cripta, dove si parla del Diacono Raimberto, martire, probabilmente durante le invasioni
longobarde, ci permette di datarne l’esistenza di questa alla fine del VI
secolo. Le prime notizie risalgono al 983, quando la chiesa è menzionata nel
luogo a Ligari come pieve, funzione che ha
esercitato per secoli. La titolazione a San severo, particolarmente caro ai
bizantini, sembra indicare un’origine ancora più antica. |
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Maestro di Serumido, Gli
Arcangeli Michele e Raffaele con Tobiolo, al centro madonna del Rosario |
L’edificio ha un impianto a tre navate originariamente
concluse da altrettante absidi ( quella di sinistra è andata distrutta),
spartite da due ampia arcate poggianti su pilastri a sezione circolare di
altezza ridotta. Al di sotto del presbiterio, ma
accessibile dall’esterno, è una piccola cripta. Tra le opere d’arte si
ricordano l’affresco della seconda metà del Trecento con San Jacopo di
Pietro di Miniato e il Giudizio universale con la Madonna e Santi del
XV secolo. |
La chiesa subì, come ovvio, vari
interventi nel corso della sua storia, uno fra i più importanti va registrato
all’inizio del XVI secolo e lo riporta il di arista Luca Landucci
il quale ricorda l’incidente occorso il |
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cripta Fonte: Calenzano e la Val Marina ( Daniela Lambertini) |
CHIESA SANTA LUCIA A SETTIMELLO |
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La chiesa del villaggio di Settimello
è situata nei pressi dell’antica Strada maestra barberinese,
che da Sesto portava in Mugello attraversando la Val di Marina. |
Fondata in una località dove sicura è la presenza
degli Etruschi e dei coloni romani, la chiesa ha origine antiche ma mal documentate. Documentata dal X secolo ( si trova menzionata
l’esistenza nel 930). Nel 1583 un decreto vescovile elevò Santa Lucia a Settimello a Prioria. Il titolo dava diritto a precedere tutte le chiese
del plebato durante le processioni essendo seconda
solo alle Pievi. Fu rimodernata dal Priore Luca
Agresti nella seconda metà del Settecento,
con sobrio aspetto barocco ad un’ampia navata con finestrone in
facciata e portico scandito da pilastri ed archi, poi nell’Ottocento quando
fu riedificato l’elegante campanile (1814) che ancora oggi svetta sul lato
destro della chiesa e all’inizio del XX secolo. |
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Ambito di Baccio da Montelupo,
Crocifisso |
All’interno si conserva una scultura in terracotta
policroma raffigurante Santa Lucia di Benedetto Buglioli(1537). Sull’ altare maggiore è collocato un Crocifisso
ligneo di Baccio di Montelupo ( inizi
XVI sec.). Di particolare interesse la decorazione a grottesche del XVII sec.
in alcune stanze della canonica, restaurata alla metà dell’Ottocento. Nella chiesa è stato collocato l’affresco con la Madonna
col Bambino di
Pietro di Miniato (XV sec.), già nel Tabernacolo di Spazzavento. |
la
Madonna col Bambino di Pietro di Miniato (XV sec.) Fonte: Calenzano e la Val Marina ( Daniela Lambertini) |
CHIESA SAN RUFIGNANO A SOMMAIA |
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Documentata dal 1020. |
Dal XIV sec. fu di
patronato dei Da Sommaia, che nella seconda metà
del Quattrocento commissionarono radicali restauri alla costruzione e,
durante i quali, furono rinvenuti i resti del Santo
Vescovo Rufignano, da allora particolarmente
venerati in un prezioso reliquario. Estinti i Da Sommaia, dopo
il 1768 resse la chiesa l’illuminista Antonio Selvolino, attivo imprenditore del restauro della chiesa,
che alleggerì del portico, ornò di statue, stucchi e affreschi affidati a
Leonardo Cambi, ben presto scomparsi. Gli interventi novecenteschi hanno dotato la chiesa
di una fonte battesimale della Manifattura Ginori di Doccia e di un affresco
di Otello Frantoni con il Battesimo di Gesù. |
La funzione storica delle
pievi
Alla più antica struttura delle “ villae” romane si sostituisce in epoca altomedievale il
sistema delle pievi, sorte lungo importanti vie di comunicazione. Esse, con
le proprie sufraganee ed i rispettivi popoli,
fungevano da centro religioso, socioeconomico e politico del territorio. I tre plebati di Calenzano
sono : San Donato, San Severo a Legri
e Santa Maria a Carraia. Dei tre plebati di
Calenzano, quello di San Donato è sempre stato il più vasto ed il più ricco
di rendite. La chiesa, fondata tra il IX e X secolo con una dedicazione ad un santo di epoca longobarda, sorge, come tutte le
chiese intitolate a questo santo, su una piccola altura e lungo il percorso
di una via romana: i patronati erano di importanti famiglie fiorentine, prima
fra tute quella dei Medici, che nel Quattrocento restaurano radicalmente
l’edificio e fanno erigere la villa annessa. Il piviere di San Donato
comprende nel XII secolo undici chiese, fra le quali San Niccolò nel castello
di Calenzano ( divenuta pieve solo nel 1799), San Lorenzo a Pizzidimonte (passata nella seconda metà del Quattrocento
sotto Prato) e Santa Maria a Querceto ( dal Quattrocento dipendente dalla
Pieve di San Martino a Sesto Fiorentino). Le altre suffraganee sono, a Sommaia: San Michele ( sconsacrata),
Santo Stefano ( non più officiata ) e San Ruffiniano;
a tra valle: Santa Maria e San Bartolomeo (scomparsa); Santa Maria fra le due
Marine (sconsacrata) ; Sant’Angelo a Calenzano (trasformata); Santa Maria a
Fibbiana (sconsacrata) e Sant’Anna Vecchia in Caldana ( in rovina). Dagli
inizi del XX secolo la chiesa di Santa Lucia a Settimello
fa parte dell’ampio plebato di San Donato. San Severo a Legri, sorta
lungo la più antica via per il Mugello, ha mantenuto all’esterno l’aspetto romanico
dell’XI/XII secolo, mentre l’interno ha subito una radicale trasformazione,
consistita in una singolare sopraelevazione del pavimento. Dal piviere di San
Severo fanno parte San Martino e San Romolo a Leccio (sconsacrata); San
Pietro nel Castello di Legri, Santi Fabiano e
Sebastiano alla Collina (scomparsa), Santa Maria alla Querciola e San Michele
a Cupo
( confinante con il piviere di San Giovanni in Petronio nel
Mugello; oggi in rovina). La terza Pieve di
Calenzano, Santa Maria a Carraia, sorta intorno all’anno Le sue parrocchie
dipendenti sono Santa Margherita a Torri (sconsacrata e inglobata in una
villetta); San Lorenzo a Vezzano (demolita nel
Settecento); Santo Stefano a Secciano; San Lorenzo
a Lama (in rovina); San Pietro a Casaglia; Santa
Lucia a Collina ( sconsacrata) e Sant’Ellero a Combiate ( scomparsa). Fonte: Calenzano, Storia,arte,
tradizioni, ambiente alle porte di Firenze ( ATC Calenzano) |